Dare la precedenza agli studenti lombardi nei test d’ingresso all’università o ai master. O per lo meno, fare in modo che non vengano superati dai ragazzi del Sud, che si presentano in ateneo con voti di maturità stratosferici e libretti pieni di trenta e lode. È questo il senso dei due emendamenti che la Lega Nord ha presentato al piano regionale di Sviluppo. I provvedimenti, approvati dalla commissione Cultura, approderanno nell’aula del Consiglio regionale martedì prossimo per la discussione. Il Carroccio mira a "tutelare gli studenti della Lombardia". "Qui i voti non li regalano - spiegano i leghisti -. Al Sud invece sì. Bisogna creare dei criteri di selezioni veramente equi, uguali per tutti". Da qui l’idea di indire un test generale per le aspiranti matricole o per i neo laureati che si vogliono iscrivere ai corsi di specializzazione. Senza più tener conto del voto di maturità nelle facoltà a numero chiuso.
"Per fare le cose fatte bene - aggiunge il capogruppo del Carroccio al Pirellone, Stefano Galli -, si dovrebbe anche tener conto se uno studente vive o meno in Lombardia, favorendo ovviamente chi abita già qui". Se di fatto non si può parlare di residenza obbligatoria (criterio di selezione che va stabilito solo con una legge nazionale), nei fatti si intuisce l’intenzione di creare una corsia preferenziale per i lombardi. "Ci basta un criterio di selezione uguale per tutti - spiega il consigliere leghista Massimiliano Orsatti - per evitare di avvantaggiare solo gli studenti di alcune regioni del Sud, dove è noto che i voti vengano dati con più facilità".
Il metodo leghista sarebbe di sicuro piaciuto agli studenti dell’università Cattolica che la scorsa settimana hanno protestato contro i criteri di selezione per il corso di specializzazione a numero chiuso (300 posti) in management d’impresa: "I fuori sede hanno voti più alti e ci soffiano i posti - erano insorti i neo laureati davanti ai tabelloni delle graduatorie -. E noi dobbiamo cambiare il nostro percorso di studi solo perché al Sud alla maturità prendono tutti cento". La facoltà aveva specificato che ogni studente con il curriculum scolastico "poco chiaro" sarebbe stato sottoposto a un colloquio, una sorta di test per valutare la sua effettiva preparazione. "Non ci basta questa spiegazione - erano insorti i neo laureati -. Noi apparteniamo a questa università, la frequentiamo da tre anni e dovremmo avere la precedenza". L’altro ieri sono stati pubblicati i nomi della seconda tranche di ammessi e restano esclusi circa 50 ragazzi (tra lombardi e non).
Oltre ai test di ammissione uguali per tutti, la Lega propone anche borse di studio "regionalizzate", cioè calibrate sul reale costo della vita "diverso da regione a regione".
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