L'EGITTO NEL CAOS: PIU' DI 10 VITTIME ESERCITO NELLE STRADE, COPRIFUOCO

I militari si schierano a fianco della polizia. La protesta sfida il coprifuoco voluto da Mubarak in tutte le città. Novecento i feriti. Bloccati telefoni e internet. Hillary Clinton: "Gli egiziani meritano la democrazia". La Farnesina: "Rispettare le libertà civili"

L'EGITTO NEL CAOS: PIU' DI 10 VITTIME ESERCITO NELLE STRADE, COPRIFUOCO

Il Cairo - La situazione è drammatica nella capitale e nei principali centri dell'Egitto. Dopo una giornata di scontri la polizia si ritira, lasciando spazio all'esercito. Appiccato il fuoco alla sede del partito del presidente. Cresce l'apprensione della comunità internazionale. Gli Stati Uniti, con il segretario di Stato Hillary Clinton, lanciano un appello: "Gli egiziani meritano la democrazia". Intanto, per strada, si contano almeno dieci morti e 870 feriti. Le autorità egiziane hanno decretato il coprifuoco in tutte le città. E' il tentativo estremo di arginare la rivolta. Il governo ha bloccato tutte le linee internet, i servizi sms e quelli di telefonia. Si tratta del più ampio blocco dello spazio web da quando esiste internet.

Violato il coprifuoco Era difficile immaginare che l'ordine sarebbe stato rispettato. E così è stato. Il coprifuoco non ha fermato la protesta. In migliaia nella capitale hanno tentato l'assalto alla sede del ministero degli Esteri e alla tv di Stato, edifici presidiati dai blindati. La protesta prosegue anche a Suez: i dimostranti tentano di salire sui carri armati e i militari aprono il fuoco su di loro.

Il "venerdi della collera" Hanno atteso che finisse la preghiera del venerdi, poi hanno scatenato l'inferno. Migliaia di persone sono tornate in piazza sfidando il divieto del governo, per chiedere che Mubarak se ne vada. Per l'Egitto è il "venerdi della collera": El Baradei, pronto a guidare una eventuale fase di transizione, viene bloccato dalla polizia, che gli impedisce di unirsi alla folla.

Cairo, esercito in strada Al Jazira e Cnn rilanciano la notizia della presenza nelle strade del Cairo di veicoli dell’esercito egiziano. L’arrivo dei soldati, scrive l’emittente araba su Twitter, viene "salutato con calore" dalla folla di dimostranti.

Aria irrespirabile Nel centro della capitale l'aria è irrespirabile. Bisogna tenere le finestre chiuse per evitare di respirare il gas dei lacrimogeni lanciati dalla polizia. Le fermate della metropolitana sono inaccessibili, alcune strade sono bloccate dalle camionette della polizia, mentre migliaia di manifestanti cercano di sfondare i cordoni e arrivare ai palazzi delle istituzioni, riferisce una fonte all'agenzia di stampa Misna.

Alessandria, polizia coi manifestanti I funzionari della polizia egiziana ad Alessandria si sono rifiutati di lanciare i lacrimogeni contro i manifestanti che sfilano per le vie della città. Secondo la tv al-Arabiya, molti agenti hanno gettato in terra caschi e manganelli per dimostrare di non voler reprimere la protesta.

Suez ai rivoltosi La città portuale, da giovedi teatro di violentissimi scontri, è finita sotto il controllo dei manifestanti, che hanno occupato la locale centrale della polizia.

Braccio di ferro Il governo aveva fatto sapere che avrebbe adottato "misure decisive" contro chi avesse violato il divieto di manifestare. Ma l'avvertimento non è servito e la folla è tornata a sfidare il governo chiedendo le dimissioni di Mubarak. Intanto si segnala il black-out di internet. Mossa estrema per cercare di arginare, sin dall'origine, il tam-tam che, negli scorsi giorni, ha alimentato la rivolta. Il governo egiziano come quello cinese: stacca la spina al web e soffoca la libertà. Sperando di placare, così, la voglia di cambiamento.

Bloccato El Baradei Al Jazeera riferisce che Mohamed El Baradei è stato arrestato. Ma la notizia viene smentita dopo pochi minuti. La polizia ha impedito a lui e ad altri capi dei partiti di opposizione di partecipare alla manifestazione in corso a Giza. Oltre all’ex direttore dell’Aiea è stato bloccato anche Osama al-Ghazali, presidente del Fronte democratico. Più tardi si apprende che El Baradei è agli arresti domiciliari.

Dieci giornalisti arrestati Sarebbero almeno dieci i giornalisti arrestati mentre seguivano le proteste antigovernative. È quanto si legge sul sito di al-Masry al-Youm, secondo il quale, inoltre, la polizia ha aggredito un gran numero di reporter, tra cui quelli della Bbc, di al-Jazeera, di al-Arabiya e di altri media locali e internazionali. In molti casi il materiale filmato è stato sequestrato.

Internet bloccata La rete è stata bloccata. Impossibile accedere al web in tutto l'Egitto. Su Twitter si susseguono messaggi che denunciano l'impossibilità di connettersi da giovedi sera, alla vigilia delle manifestazioni di protesta previste oggi in tutto il Paese. A conferma che qualcosa di strano stava accadendo giovedi Facebook aveva fatto sapere di aver notato un vistoso calo del traffico sul suo sito web in Egitto.

L'appello degli Usa Un invito alla moderazione viene rivolto al governo egiziano da parte della Casa Bianca. "Il governo egiziano deve capire che la violenza non farà sparire il malessere nella società" ha detto il segretario di stato Hillary Clinton, che ha chiesto al governo egiziano di "frenare le forze di sicurezza" e di togliere il blocco a internet e ai telefoni.

La Farnesina Attraverso il ministero degli Esteri l'Italia invita l'Egitto al "rispetto delle libertà civili, di espressione e comunicazione incluso il diritto allo svolgimento di manifestazioni pacifiche".

Il nostro Paese, sottolinea la Farnesina, segue con preoccupazione lo sviluppo degli eventi in Egitto, la cui stabilità è una priorità per noi e per l'intera regione. L'Italia, si rileva infine, ritiene che la stabilità vada consolidata attraverso il dialogo concreto e costruttivo tra istituzioni e società civile.

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