Un appello al giorno leva Salvini di torno, penserà Roberto Saviano. Che anche oggi ha lanciato l’ennesimo grido contro il ministro dell’Interno e il governo Conte, vergandolo sulle colonne di Repubblica.
L’autore di Gomorra tira in ballo tutti o quasi, chiedendo loro di fare qualcosa: "Dove siete? Perché vi nascondete? Amici cari, scrittori, giornalisti, cantanti, blogger, intellettuali, filosofi, drammaturghi, attori, sceneggiatori, produttori, ballerini, medici, cuochi, stilisti, youtuber, oggi non possiamo permetterci più di essere solo questo. Oggi le persone pubbliche, tutte le persone pubbliche, chiunque abbia la possibilità di parlare a una comunità deve sentire il dovere di prendere posizione. Non abbiamo scelta. Oggi tacere significa dire: quello che sta accadendo mi sta bene. Ogni parola ha una conseguenza, certo, ma anche il silenzio ha conseguenze, diceva Sartre. E il silenzio, oggi, è un lusso che non possiamo permetterci. Il silenzio, oggi, è insopportabile".
Saviano all'attacco
Inizia così la lunga-lunghissima sferzata dallo scrittore, che invita all’unità e a prendere posizione tutti coloro che – privati cittadini o meno – sono in disaccordo con quanto sta facendo l’esecutivo retto dall’asse Lega-Movimento 5 Stelle. Senza la paura, scrive ancora Saviano, di ottenere in risposta un "parole d'ordine come "buonista", "radical chic", "taxi del mare", "chiudiamo i porti", "un bacione", "una carezza" ed emoticon da adolescente".
Poi, si legge: "Ma davvero credete che quello che sta succedendo sia accettabile? Per quanto tempo credete di poter sopportare ancora senza esprimere il vostro dissenso?". Al che il giornalista sciorina la sua tesi, facendo il confronto con l’opposizione militante anti-Berlusconi e quella che, a par lui, si dovrebbe fare oggi contro, specialmente, Matteo Salvini, ormai suo nemico pubblico numero uno. Tanto da inventarsi per lui il nomignolo di "Ministro della Mala Vita". Trovata che gli è costata una querela da parte del leader della Lega e ministro dell’Interno. Anche se oggi nella missiva a Repubblica scrive che non c’è uno scontro tra lui e Salvini e che non c’è nulla di personale. Sarà.
"Oggi in questo governo si stenta a scorgere i germi di qualcosa di estremamente pericoloso" continua. E ancora: "La nostra Democrazia è una Democrazia giovane e fragile, ma è prima di tutto antifascista e antirazzista. Vi sembra che oggi questo governo si stia muovendo nel rispetto dei valori che sono alla base della nostra Costituzione? Che si stia muovendo e che stia comunicando all'interno di un perimetro di sicurezza? Non vi sembra piuttosto che i 70 anni di prosperità e pace appena trascorsi ci abbiamo resi permeabili a partiti politici xenofobi?".
E via così, fino alla fine della sua spassionata lettera. In cui critica il "maldestro" operato del governo che "specula sulle difficoltà di molti e utilizza come arma di distrazione di massa l'attacco ai migranti e alle Ong: sta accadendo un orrore davanti al quale non si può tacere; mentre il M5S e la Lega litigano sui punti fondamentali del loro accordo, ci fanno credere che il nostro problema siano i migranti".
E così, tra una citazione di Sartre, Sant’Agostino e pure Grossman, Saviano regala l’ultimo consiglio, che sa più di rimprovero e grigia, per non dire nera, previsione: "E se mi dite che avete votato per Lega e M5S per ribaltare il tavolo, perché era l'unico modo per mandare via una classe dirigente che aveva fallito sotto ogni profilo, vi dico: vigilate, non delegate, aprite gli occhi perché le
cose si stanno mettendo male, male per tutti. Male non solo per i migranti o per le voci che dissentono, ma anche per voi".Appuntamento a domani, al massimo dopodomani, per un nuovo appello firmato Roberto Saviano.
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