Eterya - Gli amuleti della dea, tra tradizione e modernità

Un romanzo fantasy che eredita molti degli archetipi del genere, vestendoli di un punto di vista molto attuale

Eterya - Gli amuleti della dea, tra tradizione e modernità

Eterya - Gli amuleti della dea è il fantasy d'esordio di Barbara Manca, pubblicato da La Corte Editore. Si tratta di un'epic fantasy che punta a recuperare tutti gli archetipi del genere e a portarli nel nuovo millennio, bilanciando con attenzione la tradizionale lotta dicotomica tra bene e male e un tema molto più attuale come quello della ricerca personale.

La storia è quella di Ann, un'orfana che cresce con l'infamia di non avere con sé un certificato di nascita regolare. Nel mondo inventato da Barbara Manca questa mancanza è un'onta, una colpa primordiale che spinge gli altri a guardare con diffidenza a queste creature senza patria e senza madre. Questo perché dietro la mancanza del certificato si potrebbe nascondere un "Mezzo", un essere nato dall'unione tra un essere umano e una creatura appartenente all'oscurità. Cresciuta da una donna di buon cuore ai margini di un villaggio che sembra dimenticato persino dalle divinità stesse, Ann non anela altro che l'accettazione, la speranza di poter vivere senza sentire sulle sue spalle il peso della diversità che invece tutti le gettano addosso con sguardi ostili. Il destino di Ann, però, non è quella di rimanere ai margini, né la sua ambizione di essere "come tutti gli altri" può trovare facile risoluzione. Quando il Mezzo Sion entra nella sua vita, conducendola sulla strada della Regina-Mostro Edem, Ann si renderà conto che ci sono molte cose che non sa di sé stessa, della sua discendenza e che la separazione tra bene e male spesso è più labile di ciò che si pensa.

Primo capitolo di una saga che si preannuncia ricca di eventi, Eterya - Gli amuleti della dea è un tipo di lettura che si prende il suo tempo per permettere al lettore di entrare in empatia con la storia e di lasciarsi coinvolgere nelle avventure della protagonista, che in parte rispecchia l'archetipo della Prescelta, della cosiddetta Chosen One che viene portata nel mondo per riequilibrare una situazione altrimenti piena di caos. Nonostante sia ricco di azione e di svolte narrative, il romanzo porta con sé una certa lentezza che non deve essere percepita come un difetto.

Lo stile di scrittura di Barbara Manca è cadenzato e ricercato, usato soprattutto per avere un alto valore evocativo. Già dal prologo, in effetti, il lettore può vivere la sensazione di essere assiepato in una grande piazza dove il destino sta per compiersi: la scrittura dell'autrice è tale da far avvertire il peso della polvere, il chiacchiericcio della gente, il sottile bisbiglio di una lama che fende l'aria.

In questo senso Eterya - Gli amuleti della dea non è un romanzo da divorare, come i contenuti social moderni spingono a fare. È una lettura ricca, densa, che va gustato con il giusto tempo. Pur non essendo propriamente un'opera originalissima, il libro utilizza comunque una struttura canonica per raccontare problematiche molto attuali: la necessità di capire se stessi, di riconoscere se stessi al di là dei ruoli imposti da una società sempre più chiusa e fallimentare nell'atto di proteggere i suoi cittadini.

Pur mantenendo un tono di pura introduzione alla storia, con la presenza di personaggi grigi davvero interessanti, Eterya può essere una lettura perfetta per gli amanti del genere fantasy e della buona scrittura.

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