Non roviniamo tutto con polemiche brutte e grottesche

Dopo 36 anni l'Italia torna protagonista alla Buchmesse di Francoforte: la sfida della cultura senza preclusioni

Non roviniamo tutto con polemiche brutte e grottesche
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Si inaugura oggi la più importante fiera mondiale del libro, la Buchmesse di Francoforte (fino al 20 ottobre). L'Italia è ospite d'onore per la seconda volta, dopo 36 anni; e tocca alla destra gestire, dal punto di vista politico, questa gigantesca vetrina della cultura italiana. Il tema scelto dalla nostra delegazione è «Radici nel futuro», certamente appropriato. Per costruire un futuro migliore, occorre non essere contrari alle novità perché nuove ma neppure scambiare l'ignoranza degli innovatori per novità, direbbe Giuseppe Prezzolini. Il progresso deve conciliarsi con gli elementi cardine della società. Proviamo a dirne qualcuno: la proprietà privata, la separazione dei poteri, la libertà d'espressione, una laicità rispettosa della religione. Compito della «spedizione» a Francoforte è mostrare la ricchezza della cultura italiana, esaltandone, rispetto al passato, il pluralismo. L'editoria libraria è un'industria particolare. Deve fare di conto ma non può badare solo alle vendite. Se lo facesse, perderebbe l'autorevolezza nella quale risiede la vera ricchezza dei marchi. Possiamo andare fieri di piccoli e grandi editori. Sulla scrivania del Giornale ci sono un inedito di Filippo Tommaso Marinetti, una monumentale edizione di Fermo e Lucia di Alessandro Manzoni, un reportage storico-letterario sui libri al rogo sotto il nazismo, un saggio sul Rinascimento inquieto, uno studio sulle potenzialità dell'intelligenza artificiale, un romanzo sulle metamorfosi dell'anima. Testi eccellenti. L'Italia è stata, e può essere ancora, la terra delle avanguardie, del cattolicesimo con i piedi conficcati nella realtà, del diritto. È stata anche il laboratorio del fascismo e del comunismo imparentato all'Urss. Aspetti che non vanno nascosti ma studiati senza preclusioni, consapevoli che un certo passato è archiviato per sempre. Inutile nascondere che l'Italia arriva divisa all'appuntamento, in seguito a polemiche strumentali su chi è stato invitato e chi no. Alla fine ci saranno tutti. E «tutti» non significa i migliori: l'elenco dei grandi scrittori nemmeno presi in considerazione potrebbe essere sterminato. Sarebbe più corretto dire che l'elenco degli invitati rispecchia, anche giustamente, il mercato e non la qualità assoluta.

La speranza è che le polemiche ora non proseguano per tutta la fiera, offrendo un'immagine grottesca dell'Italia in preda a un'ondata di fascismo, alla censura strisciante, all'autoritarismo. L'occasione è enorme. Per una volta mostriamo il meglio, facciamo vedere al mondo che almeno l'Europa non può fare a meno del nostro contributo intellettuale. Purtroppo segnali contrari già si intravedono.

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