Da tempo, Davide Barilli ci ha introdotti alle atmosfere e al lessico de La Habana, coi suoi libri caraibici (Le cere di Baracoa, Mursia; Cuba. Altravana, Giulio Perrone; La nascita del Che, Aragno) in cui si parla di guagua (corriera), camelo (torpedone), Malecón (Molo), Cayo Hueso (quartiere all`Avana), con la naturalezza di chi non è certo un turista. Del resto, lo dichiara nella sua ultima fatica, Bestiario habanero. Itinerari sbiecati di una capitale (Oligo, pagg. 94, euro 13): «Da una parte il turista ricerca coattivamente il noto e il programmato, nella visione rassicurante di una memoria collettiva incrostata di un immaginario in cui confinarsi»; dall`altra, il viaggiatore insegue «l`avventura dell`imprevedibile», aggiunta al desiderio di restituire densità a luoghi sempre più ridotti a stereotipi. In altre parole, l`etica del pagante versus l`etica del viandante...
Tanto è di casa, all`Avana, il Nostro, da aver curato per la Nuova editrice Berti l`antologia di narratori cubani Gli amanti del secondo piano e, soprattutto, tanto da essere amico del più grande scrittore e poeta cubano vivente, il "maledetto" Pedro Juan Gutiérrez, autore della Trilogia sporca dell`Avana; de Il re dell`Avana; di Carne di cane (tutti tradotti in Italia per e/o).
Bestiario habanero è un omaggio a Gutiérrez e al suo barrio, Cayo Hueso, il cuore della città, dove il Maestro vive nascondendosi, alternando nei suoi libri indizi rivelatori ad abili depistaggi sul suo reale indirizzo. Gutiérrez è un Virgilio silenzioso che aiuta Barilli a districarsi nel dedalo delle vie, tra i simboli di una Cuba che fu e sta inevitabilmente cambiando per via delle accelerazioni della storia. Sulle orme di Hemingway e del Vecchio e il mare, inseguendo il ricordo del cavallo zoppo, prima esca per un povero peluquero (barbiere) italiano innamorato e infine, ancora (improbabile), esca per la cattura del marlin...
Dietro cani rognosi ma provvisti di indicibile fascino, di fronte a sinistre teste di porco che rimandano a oscure storie di brujeria, stregoneria, «croci carnose di una tomba fradicia e minacciosa». E poi galli da combattimento, fieri e impettiti; galline giganti che schiattano gettandosi con gran tonfo da un balcone.
Balconi che crollano, sbriciolandosi, mentre i sopravvissuti si organizzano nella nuvola di polvere, fanno la conta e salvano il salvabile.Una Habana sporca e cattiva, che scompare come il Camelo a diciotto ruote, sostituita dal silenzioso taxi cinese e da una modernità che a Barilli proprio non va giù...
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