Leucemia mieloide, con i biologici guarigione fino all’80% dei casi

Dieci anni di importanti cambiamenti in campo oncoematologico sono stati al centro di dibattiti scientifici tenutisi nel corso del Congresso nazionale della Sie (Società italiana di ematologia) tenutosi a Napoli. Dalla mancanza di ogni speranza si è arrivati, grazie all’utilizzo dei farmaci biologici, ad una concreta aspettativa di vita per molti pazienti. Per la cura della leucemia mieloide cronica, malattia neoplastica del sangue, le nuove prospettive di guarigione arrivano dall’utilizzo di due inibitori di seconda generazione. «Le molecole nilotinib e dasanitib sono farmaci in compresse assumibili anche a casa dal paziente per via orale, prodotti con ridotti effetti collaterali », spiega il professore Fabrizio Pane, presidente del congresso della Società italiana di ematologia . «Con questi farmaci la probabilità di aspettativa di vita dei pazienti è proiettata oltre i venti anni.

Un risultato importante e’ stato ottenuto con le terapie biologiche per la leucemia linfatica acuta del bambino: queste molecole portano alla scomparsa della patologia addirittura nell’80 per cento dei casi».
La leucemia mieloide cronica è comparsa per la prima volta nel 1960, quando fu identificata nelle cellule dei pazienti la presenza di un cromosoma (poi nominato Philadelfia.

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