L'horror conquista il botteghino. Se non ora, quando?, direte voi, e giustamente, visto che siamo nel periodo di Halloween e dunque è normale che Five Nights at Freddy's della regista Emma Tammi abbia totalizzato in un solo giorno, l'altro ieri, più di un milione di euro, salendo subito al primo posto. Così come è altrettanto pacifico che Saw X ne abbia incassati lo stesso giorno quasi mezzo milione.
Però, anche prendendo la Top Ten dell'attuale stagione cinematografica che, per convenzione, è iniziata il primo agosto, ecco che tre, se non quattro film, appartengono al genere horror: The Nun 2 al quarto posto con un totale di incasso di 6,6 milioni di euro, L'esorcista: il credente al nono con 3 milioni, Talk to Me all'undicesimo con quasi 2,2. Poi ci sarebbe al decimo La casa dei fantasmi che ha un pizzico di horror all'interno di generi come la commedia, l'azione e l'avventura, un po' come Shark 2 - L'abisso al quinto posto.
Insomma, non solo in sala, come vedremo, è il momento d'oro di un genere amato dai più giovani che costa poco e garantisce incassi, in rapporto, altissimi. Più o meno il paradiso in terra per un produttore. Peccato però che tutti i titoli citati battano bandiera a stelle e a strisce.
Ma che succede se spostiamo il nostro sguardo dal grande schermo a quello del salotto di casa? Bene, in queste stesse ore, su Netflix il secondo film più visto della Top Ten mondiale (in quella italiana è quinto) è Sorella morte (Sister Dead), un horror spagnolo ohibò! diretto dallo specialista del genere Paco Plaza. Ma, sorprendentemente, anche nella classifica delle serie tv della stessa piattaforma al quarto posto troviamo La caduta della Casa Usher ideata e diretta da Mike Flanagan, otto episodi tratti da Edgar Allan Poe. Naturalmente anche in questo caso la produzione è statunitense.
E l'Italia? Il Paese dei Bava, dei Freda, dei Fulci, dei Deodato, degli Argento e potremmo continuare? Non pervenuta. Giravamo un cinema dell'orrore che il mondo ci invidiava e studiava, forse così bene da superarci. Negli ultimi anni solo Luca Guadagnino, con l'originale remake di Suspiria con un cast internazionale come per Bones and All, e Pupi Avati, veterano del gotico con Il signor diavolo, hanno superato il milione di euro. Mentre sulle piattaforme sono entrati nelle Top Ten solo Il legame di Domenico de Feudis (2020) su Prime Video e, su Netflix, A Classic Horror Story di Roberto De Feo e Paolo Strippoli che, l'anno scorso, ha portato nelle sale Piove penalizzato da un divieto ai minori di 18 anni del Ministero della Cultura poi abbassato ai 14 in seguito al ricorso.
Secondo il sito specializzato cinemaitaliano.info, per il 2023, non sono nemmeno una decina gli horror prodotti, tra cui solo uno uscito in sala (Hai Mai avuto Paura? di Ambra Principato), mentre quasi tutti gli altri non hanno una distribuzione, nemmeno The Well di Federico Zampaglione, il cantante dei Tiromancino che frequenta il genere con pervicacia. Da notare che il Ministero della Cultura sovvenziona ogni anno in media solo l'uno per cento di horror tra le domande di finanziamento.
In questa desolazione, tutti gli occhi ora sono puntati su due nuove uscite, il vampiresco Mimì - Il principe delle tenebre di Brando De Sica con i giovani Domenico Cuomo (Mare fuori) e Sara Ciocca, in uscita il 16 novembre con Cinecittà Luce, e Home education di Andrea Niada, da confermare a fine novembre con Warner, che, per questo horror psicologico ambientato in Calabria, oltre al titolo, ha
voluto due attrici anglosassoni come protagoniste, Julia Ormond e Lydia Page. Scelta intelligente perché il pubblico italiano dei film horror sembra ormai premiare solo quelli che non sembrano italiani. Nemo horror in patria.
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