Via libera anche da Forza Italia: ma ora riconciliazione nazionale

Bondi appoggia il provvedimento. La sinistra esulta, però il partito di Di Pietro si oppone

da Roma

Per Fausto Bertinotti, la grazia a Sofri è «un atto dovuto, di civiltà giuridica». E bisogna far presto, per il presidente della Camera. «Abbiamo accumulato un ritardo e prima si determinerà questo atto e meglio sarà, credo per tutti».
Ricorda di essere favorevole da sempre anche Sandro Bondi, coordinatore di Fi. «Vorrei però - spiega - che questo provvedimento fosse l'atto iniziale di una riconciliazione nazionale che chiuda definitivamente per tutti l'epoca degli odi e delle contrapposizioni ideologiche».
Luigi Manconi, sottosegretario Ds alla Giustizia si è sempre battuto per la grazia a Sofri e ora giudica «saggia» la decisione di Mastella di andare dai Calabresi. «Da molti anni l'atteggiamento di Sofri, con le parole e con i fatti, rivela un sentimento di grande rispetto nei confronti della famiglia». Solo l’Italia dei valori, per ora, si oppone. Ma Nello Formisano precisa che il partito di Antonio Di Pietro si rimetterà al volere di Giorgio Napolitano. Sostiene «da decenni» la grazia a Sofri, il leader del Pdci Oliviero Diliberto e l’ex Guardasigilli vuole allargare il dibattito all'amnistia. «Non so se ci sono le condizioni - dice -, ma io sono favorevole dal 2000, da quando è venuto il Papa alla Camera». Gli fa eco il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli: «Quello di Mastella è un segnale molto positivo, un buon inizio. È importante che il parlamento venga messo nelle condizioni di poter riaprire rapidamente il dibattito sull'amnistia, argomento per troppo tempo trattato in maniera superficiale e che si discuta di una seria riforma della giustizia». La grazia a Sofri deve arrivare al più presto, per il responsabile Giustizia dei Ds Massimo Brutti, perché «dopo un lungo periodo di carcerazione, anche tenendo conto della personalità del condannato e del suo pensiero, corrisponde a ragioni di equità».

Per Carlo Taormina di Fi, è da intendere come «strumento di liberazione di un innocente», che «rimargina una piaga politica che si trascina da anni». Ermete Realacci della Margherita si augura che Mastella alle parole faccia seguire «un gesto concreto».

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