Angelo Allegri Le fondazioni grandi azioniste di Unicredit danno il via libera ai progetti di Alessandro Profumo in terra tedesca. Un ok di massima era già arrivato nei giorni scorsi, ma ieri presidenti e rappresentanti delle Fondazioni Crt, Cassa Marca, Cariverona e Carimonte si sono incontrati per fare il punto sulla situazione e per esprimersi in maniera formale. Tra i soci di peso mancava solo Paolo Vagnone, consigliere di amministrazione dell’istituto di Piazza Cordusio e numero uno di Ras in Italia. Proprio Ras, e il gruppo Allianz che la controlla, sono considerati i perdenti delle eventuali nozze Unicredit-Hvb. Nella nuova banca che nascerà dalla fusione il primo azionista sarà con tutta probabilità il colosso tedesco della riassicurazione, Münchener Rück, che agisce nel mercato assicurativo attraverso la controllata Ergo. Secondo i primi calcoli Münchener potrebbe avere, dopo il concambio, circa il 6/7% del capitale, anche se i manager della società tedesca hanno già detto di voler realizzare almeno parte della quota. E proprio la creazione di un legame tra Unicredit-Hvb ed Ergo sarebbe parte delle trattative in corso. In ogni caso la presenza dei rivali (ma anche azionisti) non potrebbe lasciare indifferente Allianz. Il contratto di bancassurance che lega Ras a Piazza Cordusio è stato rinnovato un paio di mesi fa, ma ha durata solo di 12 mesi. In più garantisce alla compagnia assicurativa volumi di attività rilevanti ma margini risicati. Anche per questo ieri tra gli osservatori si è fatta strada l’ipotesi di un’uscita della Ras dal capitale della nuova banca. O quanto meno di una significativa riduzione della partecipazione. Tutte voci, peraltro, che il portavoce della società non ha voluto commentare. Quanto alla trattativa vera e propria da registrare ieri le parole del presidente di Unicredit Carlo Salvatori. In un’intervista ha detto di sperare in un’operazione a breve, mentre fonti tedesche hanno parlato di un meccanismo che potrebbe mettersi in moto intorno alla metà di giugno. Il primo a esprimersi dovrebbe essere il consiglio di amministrazione di Unicredit, che, per il momento, però, non risulta ancora convocato. L’operazione appare tutt’altro che semplice e di non irrilevante peso per le finanze di Piazza Cordusio. Anche ipotizzando che non sia prevista un’integrazione cash per gli azionisti di Hvb (è questa l’opinione in questo momento prevalente) c’è da risolvere il nodo Bank Austria. La controllata (al 77,5%) di Hvb dovrebbe essere oggetto di un’offerta pubblica. E il valore di quest’ultima dovrebbe essere intorno ai 2 miliardi di euro. Intricata anche la situazione in Polonia. Sia Unicredit con Pekao, sia Hvb con Bph controllano due istituti quotati. La loro fusione creerebbe un colosso con una quota di mercato superiore al 20% ma renderebbe probabilmente necessaria un’offerta che consenta una via d’uscita in contanti ai piccoli azionisti. Per quanto riguarda la struttura di Unicredit-Hvb ieri si è parlato di una superholding che lascerà integri i due quartieri generali.
Da rilevare l’intervento di Commerzbank che si è dichiarata interessata agli asset tedeschi dell’istituto di Monaco di Baviera. Naturalmente «se Unicredit fosse interessata a separare le attività in Germania da quelle internazionali». Una eventualità, quest’ultima, esclusa dai manager di Hvb.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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