Gaeta (Latina) - "Le domande di asilo possono essere esaminate Libia, noi ospitiamo già tanti rifugiati politici di diversi paesi", l’ ambasciatore della Libia in Italia Hafid Gaddur, a margine della cerimonia di consegna delle prime tre motovedette della Finanza alle autorità libiche per intensificare i pattugliamenti, apre sulla questione sollevata da Maroni. L’ambasciatore ha ricordato che "la Libia è un paese che ospita due milioni di immigrati, privi di documenti o passaporti. Chi vuole lavorare può stare da noi e lo può fare in pace finchè non commette reati. La Libia ha sempre ospitato persone che avevano problemi nei loro paesi e continua a farlo». Quindi, ha aggiunto, «chi arriva in Libia ha la possibilità di presentare alle nostre autorità la sua situazione e noi provvediamo ad esaminarla".
Convenzione per i rifugiati Quanto al fatto che il paese nord-africano non ha firmato la convenzione sui rifugiati, Gaddur ha spiegato: "La stiamo valutando". L’ambasciatore ha anche ricordato che "a Tripoli sono presenti tutte le ambasciate del mondo dove chi arriva può rivolgersi e c’è anche la rappresentanza dell’Onu". Alla domanda se continueranno i respingimenti che nei giorni scorsi hanno riportato a Tripoli oltre 500 migranti, Gaddur ha risposto: "Noi abbiamo un accordo con l’Italia firmato il 29 dicembre 2007 con un governo di centrosinistra e lo stiamo applicando con il governo di centrodestra".
Maroni: "E' la strada giusta" L’annuncio dell’ambasciatore Gaddur è "un’affermazione molto impegnativa" da parte della Libia, che rappresenta "la strada giusta" per affrontare al meglio la questione dei richiedenti asilo. Così il ministro Maroni, durante il question time alla Camera, ha risposto al diplomatico. "Coinvolgere il paese ospitante nella definizione delle domande d’asilo secondo i principi dei trattati internazionali - ha sottolineato Maroni - è la strada giusta. E in questa prospettiva l’Italia è pronta a dare tutta la sua collaborazione". Quanto alle preoccupazioni espresse dalle organizzazioni umanitarie, Onu in testa, il titolare del Viminale ha ribadito che le stesse organizzazioni possono effettuare "idonee verifiche in Libia". E comunque proprio queste problematiche saranno al centro del colloquio in programma domani tra il ministro e il rappresentante dell’Unhcr per l’Italia e il mediterraneo Laurens Jolles.
Maroni ha inoltre affermato che se "è vero"» che la Libia non ha firmato la convenzione di Ginevra del ’51, ha però "firmato e ratificato la convenzione dell’Unione africana del ’69 relativa a specifici aspetti della problematica dei rifugiati in Africa, che impegna Tripoli a garantire protezione non solo ai perseguitati ma anche alle vittime di invasioni, guerre civile e anche di altri eventi di ben più ampia portata rispetto a quelli previsti dalla convenzione di Ginevra".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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