Licata abbandona Renzi ed entra in Fi

Il consigliere: "Scelta di concretezza per la Lombardia". E ora si parla di rimpasto

Licata abbandona Renzi ed entra in Fi
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Altro colpo per Forza Italia in Lombardia. La pattuglia di consiglieri al Pirellone si rinforza ancora con l'adesione di Giuseppe Licata (nella foto). L'ex sindaco di Lozza, lo stesso Comune del Varesotto dove è cresciuto Roberto Maroni, lo scorso novembre aveva lasciato Italia Viva, con cui era stato eletto alle regionali, pur rimanendo formalmente nel gruppo consiliare. Adesso arriva l'approdo tra le fila azzurre: «Le mie riflessioni sono cominciate dopo le europee - spiega Licata - e con il tramonto del progetto del Terzo Polo, quando Matteo Renzi ha fatto la scelta, legittima, di posizionarsi nel centrosinistra. Abbiamo cercato di scardinare uno schema bipolare che invece ne è uscito anche rafforzato». Ed è proprio per «sfuggire a logiche attendistiche» che ha deciso di aderire a Forza Italia, «una scelta di concretezza e di coerenza valoriale» verso un partito «che ha iniziato un importate percorso di rinnovamento, una forza politica moderata e riformista sempre più autonoma dalla destra populista». E con una «personalità» che «gli permette di condurre battaglie anche su temi fino a oggi monopolio meramente ideologico della sinistra».

Rispetto alle elezioni del 2023, il gruppo azzurro che ora conta su nove consiglieri, è quello che è cresciuto di più al Pirellone. Da quando in Lombardia è stato nominato nuovo segretario il deputato Alessandro Sorte, oltre all'adesione di numerosi amministratori locali sul territorio, in Regione sono arrivati tra i banchi di Forza Italia prima Jacopo Dozio e Ivan Rota, rispettivamente dalla Lista Fontana e dalla Lista Moratti e ora Licata.

E così oggi tutti gli occhi saranno puntati sulla sua conferenza stampa di presentazione, dove potrebbe intervenire, salvo impegni istituzionali, anche il segretario azzurro Antonio Tajani e durante la quale lo stesso Sorte potrebbe chiedere un rimpasto al presidente Attilio Fontana, alla luce dei nuovi equilibri politici. Con il governatore «non ho ancora avuto modo di parlare, ma conto di farlo presto per confrontarmi sui progetti per la nostra provincia di Varese», mentre a Renzi «ho spiegato le mie motivazioni e le mie forti perplessità - racconta Licata - Non poteva essere d'accordo con me, ma ha accettato la mia decisione. È una persona di grandissimo valore umano oltre che politico». Durante questa fase di transizione, il consigliere ha comunicato ai suoi elettori il perché del trasferimento, «ma spero di riuscire a convincerli della bontà del mio percorso con i risultati che conto di riuscire a ottenere lavorando dalla maggioranza con più strumenti». Insistendo sulla Pedemontana e «sul tema dei pedaggi autostradali e dando il mio contributo sulle due sfide più importanti - osserva - quelle per un sistema sanitario regionale e dei trasporti pubblici efficienti, capillari e alla portata di tutti, come adesso oggettivamente non sono».

E con il desiderio, in tema di cyberbullismo, di «portare avanti quanto fatto con l'assessore Simona Tironi sul patentino digitale per i minori - conclude - Uno strumento di sensibilizzazione per un uso consapevole del telefonino e dei social. C'è una mozione già approvata, vorrei che diventasse una legge regionale».

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