Siamo tutti pazzi per le api e, da quando molti segreti sul loro affascinante mondo sono stati divulgati, abbiamo imparato ad amarle e rispettarle ancor di più.
Queste piccole e curiose creature, dichiarate in pericolo di estinzione, sono esseri sociali che vivono ed agiscono per il bene della loro comunità ma anche del nostro ecosistema.
Tuttavia, suscitano ancora paura e solo in pochi se la sentirebbero di mettere un'arnia in giardino per allevare esserini che considerano pericolosi. Quante volte di fronte ad un'ape che ronzava con insistenza intorno a noi, spaventati, siamo fuggiti a gambe levate?
Ma le api non sono esseri aggressivi e pungono solo per legittima difesa, quando disturbate nella privacy della loro dimora o durante il loro lavoro.
Sapete che mentre queste creature si sentono minacciate, ma anche al momento della puntura che infliggono,emettono nell’aria un particolare feromone (l’isopentil acetato) che pone il resto delle compagne operaie in uno stato di allerta richiamando la loro attenzione sull’obiettivo da attaccare? Per cui occhio e soprattutto calma. Evitiamo di scappare repentinamente emettendo urletti, balzi all’indietro, schiaffeggiando l’aria intorno o sventolando indumenti come un torero nell’arena allo scopo di allontanarle perché otterremmo l’effetto opposto.
Da lì ad imitare Angelina Jolie invece, dovremmo usare molta cautela. L’affascinante attrice, che nel giorno mondiale dell’ape (che si celebra il 20 maggio) è stata ingaggiata come testimonial per “aumentare la consapevolezza” su questi importanti insetti, ha posato per il National Geographic, sì, proprio ricoperta da api per la foto ed ha dichiarato:
“E' stata una piacevole sensazione quella di sentirsi connessa con queste bellissime creature,(…)hanno dovuto tapparmi narici ed orecchie per evitare che le api entrassero “ ha affermato la Jolie, anche se, osservando bene la foto, l’espressione del suo splendido volto e di quei bellissimi occhioni sgranati, sembra che tradiscano un certo stato di ansietà, percepibile da una accennata rigidità dei tratti e visibile nella tensione del collo.
Fatto sta che a giudicare dai likes e i commenti che la foto in questione ha ricevuto, la Jolie sembra averci quasi convinti.
Perfino i più paurosi stanno capitolando e chi non si era mai preoccupato delle api, ora si sta rivelando sensibile al tema, consapevole che sia la propria esistenza, sia ciò di cui ama nutrirsi, dipendano soprattutto da loro.
Così, sull’onda del rinnovato interesse, qualcuno tra gli appassionati di vino si è confuso e ha paventato con grande preoccupazione la possibilità che senza le preziose api (e senza impollinazione) molta frutta, tra cui l’uva, e di conseguenza il vino potessero sparire dalle felici tavole dei commensali.
Tutta colpa di una superficiale interpretazione di autorevoli studi che da anni ripetono che se le api scomparissero(ma anche le farfalle, circa il 70% di ciò che trova posto nel nostro frigorifero non sarebbe più disponibile.
Sgombriamo subito il campo da equivoci:gli enofili, a dispetto di tante preoccupazioni, possono tirare un (egoistico )sospiro di sollievo: l’uva non è nella lista dei prodotti a rischio e tra le api e la pianta della vite il miracolo dell’impollinazione non ha luogo.
Sì perché, forse non tutti sanno che la vite coltivata in Europa, diversamente da quasi tutta quella selvatica, è una pianta ermafrodita (dotata di organi riproduttivi sia maschili che femminili ) che si autoimpollina con estrema facilità, in alcuni casi grazie anche al vento ma che comunque non necessita dell’azione di insetti e delle api per riprodursi.
Ma questa non è che una magra consolazione, nulla per cui esultare e la presenza delle api nella vite ha un ruolo fondamentale che non va sottovalutato.
Cosa ci fanno dunque le arnie a ridosso dei campi coltivati a vite e perché sempre più viticoltori le ospitano nelle loro vigne?
Innanzitutto le api assicurano l’impollinazione del mondo vegetale che si trova tra i filari e questo permette la riproduzione di fiori assicurando la biodiversità nella vigna. Si crea dunque un ambiente ideale che giova alla composizione del terroir stesso, così importante nel determinare anche la qualità dell’uva e del suo corredo aromatico.
Ma l'ape fa molto di più: si è empiricamente appurato che non solo non buca gli acini ma al contrario lavora sui grappoli danneggiati da altri insetti o dalla grandine come una vera e propria infermiera che medica una ferita. Inoltre, raccogliendo un po' di zucchero, asciuga la superficie riparando le lesioni dell'acino, riducendo di conseguenza il rischio di malattie fungine.
Infine, la presenza di arnie e delle loro inquiline indica l’impegno del coltivatore nell’utilizzo di pratiche agronomiche compatibili con la vita dei nostri preziosi insetti: laddove ci sono api in salute significa che in vigna si lavora nel rispetto dell’ambiente, senza uso di pesticidi chimici che rappresentano una delle principali cause di moria delle api.
La Banca Mondiale stima globalmente che il valore dell'impollinazione si aggiri intorno ai 170 miliardi di euro. In Cina si è assistito allo sterminio delle api a causa dell'inquinamento e ora i coltivatori di frutta si arrampicano sugli alberi per impollinare a mano ogni fiore. Si chiamano uomo ape e spargono polline sulle corolle appena sbocciate dei fiori, usando un bastoncino con piume di pollo, quasi fosse un pennellino ma non c'è nulla di artistico e romantico in questo atto. Un uomo può impollinare dai 10 ai 15 alberi al giorno (mal di schiena permettendo) e risulta essere più profittevole di una colonia di api e paradossalmente più operoso. Gli insetti giallo neri non volano in caso di maltempo e, sì, sono così delicati che muoiono quando entrano in contatto con i pesticidi e agenti chimici nocivi.
Quando vedrete delle arnie nei vigneti, ricordate dunque che quelle sono le case delle garanti dello stato di salute dell’ambiente che le circonda e il loro benessere rispecchia l'equilibrio a cui una vigna che fa della qualità e della sostenibilità i suoi principi, dovrebbe tendere.
Cosa possiamo fare nel nostro piccolo per proteggere le api?
Se vogliamo dar prova di coraggio, limitiamoci a semplici azioni. Cospargerci di particolari feromoni, come ha fatto la Jolie durante il servizio fotografico per attirare e trattenere le api sul suo corpo, non sembra una buona idea.
E basterebbe scegliere un vino sostenibile (da consumare con moderazione) o partire dai fiori e dalle
piante presenti sui nostri terrazzi e bandire ogni agente chimico per fertilizzarle e curarle: un piccolo importante gesto per aiutare e ringraziare le api del loro lavoro dal quale dipende la nostra sopravvivenza e salute.
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