Fenomenologia degli unicorni

Perché sono tutti ossessionati da questo trend

Fenomenologia degli unicorni

L'ultimo unicorno avvistato è nei cappuccini super zuccherosi di Starbucks. È di qualche giorno fa il lancio in limited edition di una bevanda molto colorata (e dal gusto incerto) del colosso del caffè americano che si ispira a questo magico animale che sembra un cavallo ma che ha un grande corno sulla testa.

Non si tratta di un caso isolato, ma solo dell'ultimo avvistamento. Questi animali sono creature leggendarie antichissime che hanno tantissimi significati: purezza, saggezza, eleganza. Gli unicorni sono anche un simbolo della Scozia, sono rappresentati a palazzo Borromeo sul lago Maggiore, c'è il leocorno al Palio di Siena, nella saga di Harry Potter, nelle opere di Murakami e Lady Gaga ci ha dedicato pure una canzone (ed un tatuaggio). Nonostante i secoli, gli unicorni, leocorni o liocorni, resistono e sono un vero e proprio trend da tanti anni, forse dal 2010 quando la piccola Agnes, protagonista del film di animazione Cattivissimo me, ne ha vinto uno di pezza al luna park e da allora è diventato il suo giocattolo preferito.

Il loro aspetto fiabesco, fantastico è anche molto fotogenico ed è riuscito a fare breccia in tantissimi cuori ed in innumerevoli ambiti. Non c'è feed che tenga, tra le amanti del beauty su Instagram ad esempio è comparso di certo un unicorno. Ci sono i pennelli unicorno, i capelli unicorno, le unghie unicorno, gli illuminanti unicorno, ovviamente ci sono accessori per capelli e per il cellulare a forma di unicorno o con stampata sopra la bella sagoma di un unicorno glitterato. Neppure la moda ne è passata indenne con Jeremy Scott, che li ha piazzati nella sua collezione Fall Winter 2012.
L'#unicorntrend è arrivato perfino in cucina e non è difficile trovare tutorial per i macaron unicorno, biscotti, lecca-lecca, cioccolatini, torte, tutto può diventare unicorno, anche il cappuccino. Starbucks insegna.

Ma perché quello che amiamo lo amiamo così tanto? Lo abbiamo già visto con i panda, con Hello Kitty per non nominare miti del calibro di Audrey Hepburn, Marilyn Monroe, Elvis. Sulle tazze, negli orologi, sulle bacheche di Facebook, nei meme, in ogni lago ed in ogni luogo come direbbe Valerio Scanu, proprio come succede ai tormentoni estivi. Li sentiamo mille volte, li impariamo a memoria, li balliamo, li facciamo imparare ai bambini che li ripetono e li ri-ballano con gli amichetti finché non ne possiamo più.

Quello che ci piace ci piace troppo, come i cantanti sulla cresta dell'onda che poi finiscono ai matrimoni di periferia. Proprio come in campo culinario abbiamo fatto con lo zenzero, la curcuma e l'avocado. Li troviamo in ogni menù perché è di moda così come gli unicorni. Il mostro di Loch Ness, lo Yeti, o altre figure mitologiche non sono altrettanto carine e rassicuranti.

In fin dei conti l'unicorno è colorato, strizza l'occhio al mondo omosessuale, ci ricorda l'infanzia, senza essere troppo Peppa Pig. Piace a tutti, troppo. Non ce ne libereremo tanto facilmente e, quando sarà il momento, sarà proprio una brutta fine.

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