Gli appassionati di musica country appartenenti al filone cosidetto della "nuova Nashville" probabilmente avranno storto un poco il naso alla notizia che Phil Vassar sarebbe stato l'artista di punta in cartellone per la nona edizione del Voghera Country Festival, che comincia oggi e si chiude domani presso il Cowboys' Guest Ranch di Voghera (Pavia). A ben riflettere, però, con Vassar si tocca un apice di qualità che finora a mio modesto modo di vedere non si era mai raggiunto.
Nato 52 anni fa in Virginia, Vassar è un musicista e paroliere di straordinario talento che ha cominciato la sua carriera a metà degli anni '90 del secolo scorso scrivendo canzoni per altri per sbarcare il lunario, come tanti sconosciuti artisti, ed investendo i suoi risparmi in un ristorante, Nathan's, che era anche un po' una sorta di music club dove Phil alla sera intratteneva al pianoforte i clienti suonando le sue canzoni («Lì suonai un sacco di mie canzoni» mi ha detto qualche anno fa in una intervista «che testavo per capire se avrebbero potuto avere successo oppure no; ma lo sapevo sempre se era del buon materiale perchè quando suonavo dal vivo lì dentro sentivo la gente reagire alla mia musica»).
Quando le sue canzoni iniziarono ad essere interpretate e portate al successo dalle star country del momento, Vassar capì che qualcosa di buono lo stava scrivendo. Qualche titolo: "Already Gone" incisa dai Diamond Rio, "Little Red Rodeo" resa celebre da Collin Raye, "Bye Bye" e "I'm Alright" da Jo Dee Messina, "For a Little While" e "My Next Thirty Years" per Tim McGraw, "It's a Beautiful Life" per Kenny Rogers, "Drive Away" vergata per i Sons of the Desert, "Boston" e "For The First Time" scritta per Kenny Chesney, "Right On The Money" portata in testa alle classifiche da Alan Jackson, "Postmarked Birmingham" interpretata dai Blackhawk; e l'elenco non sarebbe neanche esaurito.
Insomma il "ragazzo" aveva talento; tanto che nel 1999 arriva un contratto discografico con l'Arista per un primo singolo. Quel singolo è "Carlene" e grazie al suo successo la ASCAP (la società che negli USA cura gli interessi di autori compositori ed editori) gli riconosce il titolo di "migliore autore di canzoni country" e a ruota la ACM (Academy of Country Music) lo nomina "Top New Male Vocalist". Il primo album, "Phil Passar", è il passo naturale successivo e quasi scontato: è il 2000 e ormai il genere country si è fatto sufficientemente "cosmopolita" dal punto di vista musicale per accogliere benevolmente lo stile di questo giovanotto biondo, estroverso, divertente e di bella presenza il quale infatti, con le prime esibizioni dal vivo come artista ora conosciuto, accompagnato dal suo fidato pianoforte a coda, non passa inosservato.
Già, il pianoforte. Per chi come me lo ha già visto esibirsi dal vivo vi posso assicurare che questo strumento è diventato il marchio di fabbrica di Phil Vassar: sempre presente nei suoi arrangiamenti, spesso suonato senza neanche starci seduto davanti quando Phil si fa assalire dal fervore e dall'adrenalina della esibizione in uno stile simil Jerry Lee Lewis. La sua impronta è un mix di country, pop, rock e un pizzico di cantautorato interpretato con grande padronanza di mezzi che nel tempo lo ha portato a costruirsi una solidissima base di fan ed una carriera fatta di tour pressoché ininterrotti con quasi 150 concerti di media all'anno tra Stati Uniti ed Europa in cui il tutto esaurito è la regola, 10 singoli portati al primo posto e 26 top 40 nella classifica country americana (come "Carlene", "Six-Pack Summer", "Just Another Day in Paradise"). Vassar è tra coloro i quali sostengono che non è necessario indossare un cappello country per suonare musica country. D'altronde Vince Gill, altro mostro sacro del genere, che ha venduto cifre da capogiro, lo aveva già dimostrato prima di lui.
Ad oggi Phil Vassar, che torna ad esibirsi in Italia per la seconda volta dopo una "umplugged session" del 2010 a Lentate, ha inciso cinque album ed un sesto è di imminente pubblicazione. Al momento impegnato nella parte europea del suo tour, arriva al Palatexas del Cowboys' Guest Ranch di Voghera domani sera (inizio concerto ore 22.30) dopo le sue tappe tedesche e prima di volare in Inghilterra e Irlanda.
Questa volta è accompagnato da un'intera band e dal suo fidato pianoforte a coda. Si prospetta un live show davvero "infuocato"... Info su programma, orari e prezzi su www.vogheracountryfestival.com/festival/artista2016/- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.