Le rughe sono un segno positivo, lo dice la scienza. Dopo anni di continue lotte estetiche contro i segni del tempo, ora una ricerca ha stabilito che avere le rughe, in particolare quelle intorno agli occhi, è un fattore di sincerità. I ricercatori della Western University e dell'Università di Miami, dopo attente analisi, hanno verificato che il cervello umano considera le persone più sincere se hanno rughe intorno agli occhi quando sorridono o aggrottano le sopracciglia. Questo particolare fattore, denominato "Duchenne marker", lo troviamo nelle persone che trasmettono emozioni più intense e sincere. Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno mostrato ai partecipanti alcune fotografie di espressioni, con e senza il marcatore di Duchenne, per capire quale è percepità come più importante.
Il ricercatore principale dello studio, il dottor Julio Martinez-Trujillo, ha commentato così: "Le espressioni che coinvolgono la Duchenne erano sempre dominanti. Quindi se l'emozione è più intensa, il tuo cervello preferisce effettivamente portarlo nella consapevolezza percettiva per un tempo più lungo". È stato anche chiesto alle persone esaminate di valutare le espressioni su una scala di valori, notando che i sorrisi di Duchenne e le espressioni tristi sono viste come più sincere e intense. Nour Malek, primo autore dello studio, ha aggiunto: "Questi risultati forniscono la prova di un potenziale linguaggio universale per leggere le emozioni. In altre parole, una determinata azione facciale può avere un singolo ruolo in più espressioni facciali - specialmente se quell'azione facciale determina la tua interazione sociale. Ad esempio, sapendo se il sorriso di un estraneo è genuino e se quella persona può essere fidata, ti avverte se dovresti sfuggire o meno".
Gli autori ritengono che la ricerca rappresenti un passo in avanti verso la comprensione del perché le espressioni facciali contengano le azioni che vengono fatte e come ciò possa aiutarci a capire le emozioni. In merito a questo ulteriore passo, Daniel Messinger, professore nel dipartimento di psicologia dell'Università di Miami, si è così espresso: "Da Darwin, gli scienziati si sono chiesti se esiste un linguaggio dell'espressione facciale. Questa ricerca suggerisce che una chiave di questo linguaggio è la costrizione degli occhi". In ultima analisi, Martinez-Trujillo si chiede quali risultati possano derivare dalla somministrazione di questo test a chi è affetto da autismo: "Quando hai interazioni sociali, devi percepire se una persona è sincera o no.
Quindi il mio interesse ora è, quali saranno i risultati se facciamo lo stesso test con le persone con disturbo dello spettro autistico? Hanno spesso difficoltà a leggere le emozioni degli altri, quindi ci chiediamo se questo potrebbe avere a che fare con la loro capacità di leggere questo marcatore della sincerità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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