(...) Sestri Levante, Liguria. Prima c'è da districarsi nel groviglio di jersey (gli spartitraffico di plastica) all'uscita del casello. Segnaletica sbiadita a terra e ipotesi di rotonda multicorsia e policolor, entri, esci, rientri, bah, di qui, no, di là, clacson. Ti fermi? Macché, di nuovo in pista, occhio agli scooter, niente esitazioni, che anche l'Ape ti ci manda.
Esci, è fatta, neanche Parigi all'Arco di Trionfo. Azzardato, ma nel suo piccolo rende.
Vado bene per il centro? Via Nazionale ce l'hai subito a destra. Un po' trafficata, lavori per la riqualificazione. Pazienza. Che perdi subito al «semaforo intelligente». Please? Un semaforo lampeggiante che diventa rosso in caso di mezzo pesante in avvicinamento. Inchiodi. Passaggio stretto, ti aspetti, chessò, l'autobus, e chi arriva? Una Cinquecento d'antan. Ops, rilampeggia, pericolo scampato.
Ci sei quasi, ecco piazza Sant'Antonio, e qui, nell'ordine, ti fermi al semaforo (lunghissimo), getti l'occhio distratto alla rotonda e agli altri tre semafori. Raro e anomalo caso di convivenza, nel dubbio meglio abbondare. E lo splendido sul coupé torna a vacillare.
La precedenza è di chi ha il verde o di chi impegna la rotonda? La recita è a soggetto, chi ha verde si ferma, perché hanno verde anche gli altri che sgasano da via XX Settembre, dove l'attesa si dilata e l'occasione di centrarla è da scommessa. Tenti di riprendere via Fascie, ma da viale Mazzini ti sono già addosso.
Niente, punti il mare, direzione porto. Posteggi-miraggi, colpa tua, che per parcheggiare lo stress dovevi piantare il mezzo a Cantine Mulinetti e affidarti al bus navetta.
E figurati se lui molla il coupé, ci sarà pure un buco a pagamento. Toh, dalla Parrocchia (al secolo Santa Maria di Nazareth) strisce blu e gialle insieme. Curioso. Ma cominci abituarti ai colpi d'artista, del tipo: è sosta merci, ma quando non è merci paghi (leggere attentamente il cartello) che il riciclo è una buona abitudine, altro che parcheggi a fondo perduto.
L'importante è non omologare, qui strade e rotonde vanno interpretate. Come quella a forma di fagiolo di via Fascie, allaltezza dei nuovi complessi residenziali aree ex Fit.
In principio era strada, poi incrocio con semafori e adesso un «fagiolone» stradale, magari un po' ingobbito, a smistare il flusso sulla cresta dell'onda che s'abbandona a riflessioni in sorpasso.
In attesa di lanciarti nella nuova viabilità del futuro parco, sinuosa e ancheggiante, a sostituire prossimamente quella via Fascie, a scorrimento veloce che da anni, dritta come un fuso, ti catapulta in centro.
Dettagli, che Sestri va angolata per raccontarla meglio. Di rotonda in semaforo, che Mirò in confronto era un dilettante.
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