Diecimila multe all’anno. Tutte potenzialmente inutili. Perché chi fa ricorso al giudice di Pace ha la quasi matematica certezza di vincerlo. E lo sanno specialmente gli habitué del parcheggio agli arrivi e partenze dell’aeroporto di Linate: tassisti, autonoleggiatori, autisti dei pullman. Possono fare il buono e il cattivo tempo, posteggiare in maniera «selvaggia» tanto sanno che la faranno franca. E i ghisa milanesi non ne possono più di questo atteggiamento «strafottente»: «Siamo stufi di lavorare a vuoto» si sfogano. Ma l’annullamento delle sanzioni ha una ragione: «Incompetenza territoriale». Il fatto è che da anni la bozza di convenzione tra il Comune di Milano, quello di Segrate e di Peschiera Borromeo (che gravitano intorno allo scalo) su chi ha il compito di controllare l’area dell’aeroporto continua a restare senza firma. Il documento che assegnava l’incarico ai ghisa milanesi risale agli anni Sessanta ma è andato perso. Per evitare di perdere i ricorsi serve quindi la firma dei Comuni sulla nuova convenzione. Più facile a dirsi che a farsi. Di fatto sembra che nessuno (a parte i vigili sbeffeggiati un giorno sì e l’altro pure) abbia fretta di risolvere la situazione.
Di fatto, riferisce il portavoce del Coordinamento sindacale autonomo Roberto Miglio, «sappiamo bene che è il Comune di Milano a dover vigilare sullo scalo, è l’unico dei tre in grado di garantire ogni giorno, weekend compreso, un presidio di 15 vigili la mattina e il pomeriggio e quattro la sera». E ricorda che oltre a diecimila multe all’anno si verificano anche 25-30 incidenti. Ma ribadisce: «Finché non viene firmata la bozza di convenzione che riconferma l’incarico ai ghisa del capoluogo, di fatto chi vuole ricorrere vince perché la competenza territoriale non ha nessuna prova sui documenti.
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