Firenze - Marcello, l'ultimo dei pentiti. «Quante volte mi sono dato dell'imbecille per avere lasciato la Nazionale dopo Berlino. E nell'ultimo anno non ho preso in considerazione nessuna proposta alternativa: anche se un ritorno in azzurro non dipendeva solo da me». Lippi è di nuovo commissario tecnico, la sua attesa è stata premiata. Pronto a ricominciare. «Possibilmente con un successo, e non replicando l'esordio del 2004, in Islanda». Ci tiene, il ct a chiarire di non aver fatto pressioni particolari per recuperare il suo ruolo e che la verità è una, la sua: «Con Abete ho parlato solo dopo che Donadoni aveva rifiutato il rinnovo del contratto legato ai risultati». I rischi ora sono tutti e solo suoi. Ma chi glielo ha fatto fare? «Sì, potevo continuare a vivere di rendita. Qualche opinione in tv, ospite gradito in alberghi e ristoranti, il parcheggio sempre disponibile». Ma vuoi mettere la nostalgia del campo e dello spogliatoio? Rispetto alla prima volta, nel 2004, la situazione è anche diversa. «Allora c'era da costruire una squadra, le esperienze precedenti erano state negative, c'erano disamore e perplessità intorno al mondo del calcio, gli scandali. Bisognava ricostruire in due anni un gruppo, farlo diventare una squadra. Ora la squadra c’è, magari vi militano giocatori un po’ avanti con gli anni ma non mi passa per la testa di fare piazza pulita e ricominciare da zero. Anche se non lavorerò pensando a pagare i debiti di riconoscenza a quei giocatori che dovrò ringraziare per tutta la vita. Cercherò di ricreare i presupposti psicologici per creare un gruppo capace di tornare a vincere. Inserendo gradualmente quei 5 o 6 uomini nuovi capaci di portare nuovi entusiasmi preservando la continuità del gruppo». La sconfitta agli europei, l'eliminazione alle olimpiadi, episodi da non sopravalutare. «Non si può vincere sempre ma sul futuro del nostro calcio sono fiducioso, abbiamo tanti giovani interessanti che stanno crescendo nelle under 16, 17, 19». Si riparte da Del Piero, sono rimasti fuori, in questo primo appuntamento giocatori come Ambrosini (una doppietta anche nel trofeo Berlusconi domenica sera) e come genio-sregolatezza Cassano. «Le scelte sono mie, avete diritto di chiedere le motivazioni e io quello di non rispondervi». Quanto al capitano bianconero «è intelligente, lavora con me da dieci anni, so cosa posso chiedergli ma anche lui, come gli altri, sarà convocato solo quando lo merita». Chi ha meritato è Alberto Gilardino che si riaffaccia sul palcoscenico internazionale. «Risponde a certe caratteristiche, comincia ad andare in campo con continuità. Forse un mese fa non l'avrei convocato». E manca Toni. Assenti per infortunio anche i quattro difensori centrali nel giro azzurro: Cannavaro e Materazzi, Chiellini e Gamberini. Questo il primo problema da risolvere (Iaquinta e Camoranesi acciaccati sperano di recuperare in tempo). A Nizza gli azzurri andranno in campo col 4-4-2 caro a Lippi.
Partenza dall'aeroporto di Peretola questo pomeriggio: mentre i romanisti sono stati autorizzati a raggiungere Roma per partecipare al lutto che ha colpito la famiglia giallorossa e a ricongiungersi ai compagni in serata. Domani sera l'amichevole con l'Austria allo stadio Du Ray: l'augurio è che «l'entusiasmo del mondiale esploda di nuovo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.