Continua a crescere la tensione tra Iran e Arabia Saudita. Tra i due Stati, il primo sciita e il secondo sunnita, non è mai corso buon sangue. Dopo la strage alla Mecca di giovedì scorso, in cui sono morti 769 pellegrini fra cui 136 iraniani, il governo di Teheran accusa apertamente Riad di aver bloccato una strada percorsa dai pellegrini per permettere a un convoglio reale di passarci. Un'accusa gravissima, che ha spinto il procuratore di stato iraniano, Ebrahim Raisi, ad annunciare in tv un'azione legale contro i governanti sauditi.
Per il magistrato, infatti, - citato da Ap - la strage della Mecca sarebbe da considerare un vero crimine, dato che le autorità saudite avrebbero, secondo la ricostruzione degli iraniani, bloccato una parte di strada per far passare un convoglio reale. Fra i dispersi iraniani vi sarebbero anche un ex ambasciatore in Libano, due giornalisti della tv di stato e un noto analista politico.
Il ministero degli esteri iraniano ha intanto convocato per la terza volta l’incaricato d’affari saudita per suggerirgli come velocizzare l’identificazione dei pellegrini iraniani dispersi nella calca che nei giorni scorsi ha ucciso almeno 719 fedeli. Si calcola che i dispersi siano oltre 350, cui si aggiungono 136 morti e un centinaio di feriti.
Intanto il presidente iraniano Hassan Rohani ha chiesto da New York una veloce indagine sulle cause dell’incidente, l’ultimo di una serie negli ultimi 25 anni alla Mecca, e che segue di pochi giorni quello che ha ucciso, per il crollo di una gru sulla grande moschea, una novantina di persone.
La Guida suprema della Repubblica islamica, Ali Khamenei, ha così commentato questo tragico evento: "Quanto avvenuto non sarà
dimenticato. Invece di accusare questo e quello, i sauditi dovrebbero assumersi le proprie responsabilità e scusarsi con i Musulmani e le famiglie delle vittime. Il mondo islamico ha un bel po' di domande da porre".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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