Liste Pd, dopo Mucchetti in campo anche Severgnini?

Si stanno per chiudere le liste elettorali. Gli uomini del Corriere che potrebbero sbarcare in parlamento

Liste Pd, dopo Mucchetti in campo anche Severgnini?

Il lungo e faticoso lavoro di limatura per compilare le liste elettorali sta per chiudersi in casa Pd. Impazza il totonomi, tra uscenti che cercano conferma e nuovi big della società civile che, dopo aver evitato il rischio flop nelle primarie, sono pronti a essere inseriti nelle liste, in posizione (ovviamente) favorevole. Secondo indiscrezioni si allunga la lista degli uomini del Corriere pronti a sbarcare a Roma con il Pd. Dopo il vicedirettore Massimo Mucchetti un'altra firma prestigiosa di Via Solferino potrebbe sbarcare in parlamento: è Beppe Severgnini, che se i rumors rilanciati dall'Unità saranno confermati correrà come capolista in Lombardia per il partito di Bersani.

Nella lettera con cui ha salutato i lettori Mucchetti ha citato come "esempio" Luigi Einaudi. E in molti hanno storto la bocca per l'accostamento. Fulminante la risposta del direttore, Ferruccio De Bortoli: "Caro Massimo, grazie. Il tuo lavoro è stato straordinario e il tuo contributo ci mancherà. Con sincerità e franchezza devo però dirti che stai commettendo un grosso errore. Auguri".

Tra poco sapremo se Severgnini accetterà di accasarsi nel Pd. E se deciderà per il sì vedremo come il noto editorialista sceglierà di accomiatarsi dai lettori.

Si aggiunge alla lista degli "uomini del Corriere" in campo con la sinistra anche l'avvocato Umberto Ambrosoli, candidato per la presidenza della Regione Lombardia dopo aver vinto le primarie di dicembre. Pur non essendo un giornalista Ambrosoli faceva parte (nel frattempo si è dimesso) del cda di Rcs, e quindi del Corriere.

Nessuno intende negare ai cittadini - qualunque professione svolgano - di potersi candidare ed essere eletti in parlamento. Quell'immagine di terzietà del giornale, però, un'infinità di volte sbandierata, inevitabilmente viene intaccata. E il primo a rendersene conto, forse, è stato il direttore De Bortoli. Che il 5 gennaio scorso su Twitter scriveva: "Una campagna elettorale di slogan, invettive, scontri personali. Pessimo inizio. Tornare ai contenuti, astenersi da promesse vaghe e costose".

Lo stesso giorno (5 gennaio) Severgnini aveva twittato: "I magistrati non dovrebbero candidarsi. Ma i giornalisti? Se mi candidassi io, cosa direste?". E subito si è scatenato il dibattito a colpi di cinguettii. Poco fa ha citato se stesso, sempre su Twitter:"Candidarsi? E' come se l’arbitro, di colpo, si mettesse a giocare.

Non uno spettacolo entusiasmante" (Italians - Sette/Corsera 4.1.13). Nel rispondere a un lettore Severgnini parlava di Monti... Nel pomeriggio affida a “Radio Sestina”, l’emittente della scuola di giornalismo dell’Università di Milano, la smentita della sua candidatura.

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