Agnone è piccolo borgo in provincia di Isernia, in cui il sacro e il profano si mescolano indissolubilmente. L’artigianato locale è infatti ricco di storie e di legami con il cattolicesimo, dalla produzione di campane alle ostie ripiene. Sono questi infatti i motivi principali per cui si visita Agnone, tuttavia il centro è ricco di un certo interesse storico, architettonico e paesaggistico, con le sue case di spioventi che si stagliano contro le morbide e verdi montagne in lontananza.
Le campane di Agnone
Le campane ad Agnone sono legate in particolare al nome della famiglia Marinelli, che da tempi antichissimi produce campane per scopi sacri. Come molti sanno, realizzare campane di grandi dimensioni in bronzo è una tradizione italiana nata in Campania. Non è per niente facile: questi prodotti devono rispondere a caratteristiche acustiche ben precise oltre che riportare icone da uno a quattro santi protettori sul proprio “guscio”.
Secondo più fonti, la più antica testimonianza dell’arte campanaria ad Agnone si fa risalire al 1339, quando il campanaro Nicodemo Marinelli realizzò una campana di due quintali per una chiesa del Frusinate. Ma è molto probabile che la tradizione artigiana sia nata molto prima.
Un’altra certezza è che nel 1924 il papa Pio XI concesse alle campane Marinelli l’utilizzo dello stemma papale per le proprie produzioni, tanto che la famiglia molisana realizzò le campane per i giubilei della Chiesa Cattolica che da allora ci furono. E dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la produzione si dovette fermare perché i materiali erano impiegati tutti nello sforzo bellico, nel 1949 ci fu per i Marinelli una commissione prestigiosa: la realizzazione delle campane dell’abbazia di Montecassino distrutta nel conflitto. Pochi anni dopo, nel 1954, i Marinelli ricevetterlo la medaglia d’oro del presidente della Repubblica.
Accanto alla fabbrica, alla fine del secolo scorso, è sorto un museo colmo di memorabilia, tra bronzi sacri e manoscritti: tra essi l’edizione olandese del 1664 del “De tintinnabulis”, il più antico e importante trattato sulle campane.
La storia di Agnone
Se dal Regno delle Due Sicilie in poi il borgo di Angione conobbe una storia molto comune a tutto il Meridione d’Italia, con l'avvicendamento di varie dominazioni e l'annessione al Regno d'Italia, è la sua storia antica ad apparire molto interessante. La zona fu infatti abitata dai sanniti, che vi costruirono la città di Aquilonia, conquistata e distrutta dai Romani. Ed esistono in loco anche varie testimonianze che appartengono al popolo degli osci. Alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, il luogo fu molto fiorente grazie alla dominazione longobarda, mentre nel XII secolo giunsero in zona molti artigiani e marinai da Venezia, che tra l’altro “contaminarono” il dialetto locale, facendolo diventare molto affine al proprio.
I prodotti tipici di Agnone
Sono diversi i prodotti alimentari tipici della zona di Agnone. Ad esempio non si può dimenticare leccellenza del caciocavallo, un formaggio simile a una grossa pera che viene prodotto con latte bovino: affonderebbe le sue radici addirittura nelle tradizioni legate alla Magna Grecia. Viene salato, come un tempo, in salamoia per 20 ore, appeso ad asciugare e poi stagionato fino a 2 anni.
Molto celebri sono anche le ostie ripiene, nate nel locale convento delle Clarisse: si tratta di grandi ostie, naturalmente non benedette, che vengono ripiene con frutta secca, miele e cioccolata.
Il più celebre dolciume di Agnone è invece probabilmente il confetto riccio: si tratta di mandorle di Avola avvolte nello
zucchero sciolto in un calderone di rame. I confetti ricci però non hanno una superficie liscia e sono molto più morbidi rispetto ai confetti classici.La foto del panorama di Agnone è di Pietroantonio2317 via Wikipedia
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