Asinara, da isola carcere a parco naturale

L'Asinara è oggi tra le aree più belle e ricche di biodiversità della Sardegna ma in passato ha ospitato un carcere di massima sicurezza

Asinara, da isola carcere a parco naturale

L'isola dell'Asinara è una delle aree più belle e ricche di biodiversità della Sardegna. Un paradiso naturalistico per alcuni tratti selvaggio, protetto dall'incuria e dall'inciviltà dell'uomo sia a terra che nei mari che lo circondano. Si tratta però di tutele relativamente recenti e che sono seguite a una storia decisamente particolare.

In molti ricorderanno l'Asinara come sede di un carcere, attivo fino a non molto tempo fa. Quello che forse non tutti sanno è che la storia penitenziaria di quest'isola inizia molto prima dell'arrivo di tale struttura e affonda le sue radici nel tardo Ottocento.

Prima però un breve accenno a quello che è il nome dell'isola. Si racconta che il termine Asinara non derivi dalla presenza dei popolari e amati asinelli sardi, ma dalla storpiatura nei secoli del termine romano Herculis insula e del successivo Sinuaria. Leggenda vuole che l'isola venne plasmata da Ercole, che afferrò con il suo pugno la punta nord-ovest della Sardegna fino a staccarla dal resto delle terra emersa.

La colonia penale e la nascita di Stintino

Asinara, mare

Il 16 giugno 1885 l'isola venne indicata come luogo adatto a ospitare una colonia penale, sul modello allora esistente di Pianosa. Il provvedimento venne in virtù dell'approvazione nel 1887 del regolamento sulle Colonie Penali Agricole, anche l'Asinara fu divisa in aree destinate ai lavori forzati e in altre rivolte ai detenuti soggetti ad altri tipi di pene.

L'isola sarda non era però disabitata e venne predisposto dall'allora Regno d'Italia l'esproprio delle terre posseduto dagli abitanti. Ciò avvene attraverso la legge 28 giugno 1885 n. 3183, costringendo alla partenza le circa 500 persone residenti. Parte della popolazione si spostò a Porto Torres o nella zona di Sassari, mentre altri non vollero allontanarsi dall'isola e fondarono il borgo marinaro di Stintino.

Isola dell'Asinara, gli anni del carcere

Ci vollero circa 50 anni per completare le strutture carcerarie necessarie allo svolgimento delle varie attività penitenziarie. A rallentare i lavori contribuirono anche lo scoppio della Grande Guerra e della Seconda Guerra Mondiale. Durante il primo conflitto mondiale questa parte della Sardegna venne adibita a luogo di detenzione per i prigionieri austroungarici. Fu a Novecento inoltrato che da colonia penale l'Asinara si trasformò in luogo per la detenzione dei condannati in via definitiva.

Le strutture carcerarie erano 10, denominate "diramazioni". Ad accogliere i detenuti il "Lazzaretto", dove venivano visitati e curati durante la permanenza ed eventualmente posti in quarantena al loro arrivo. Si trattava in un certo senso di un carcere "diffuso", con i vari distaccamenti posizionati in altrettante zone dell'isola. Celebre ad esempio quello di Cala d'Oliva, dove trovò spazio tra gli anni '80 e '90 il bunker in cui venne rinchiuso il superboss Totò Riina.

A Fornelli si trovava invece il carcere di massima sicurezza, mentre diverse altre strutture come ad esempio Santa Maria e Tumbarino erano deputate alla produzione agricola di cibo, all'allevamento di bestiame e alle provviste di legna e carbone.

Fu nell'estate del 1971 che l'Asinara divenne anche un "supercarcere", ospitano criminalità appartenente alle famiglie mafiose. Tra i detenuti più noti della "Alcatraz italiana", oltre a Riina, anche Matteo Boe, Gaetano Badalamenti e Leoluca Bagarella, oltre a diversi esponenti del terrorismo di estrema destra e di estrema sinistra.

La nascira del Parco dell'Asinara

Asinara trasporti

Il movimento naturalista e ambientalista faticò non poco per ottenere tutela e protezione per la ricchissima biodiversità di cui gode anche oggi l'isola. Il primo dibattito pubblico riguardante l'istituzione di un Parco dell'Asinara avvenne nel 1967, mentre fu soltanto nel 1978 che venne presentato un disegno di legge a firma del deputato sardo Mario Segni.

Ciò tuttavia non si rivelò sufficiente, anche a causa del perdurare degli anni di piombo. Nel 1984 il movimento per la "liberazione" dell'Asinara riprese vigore e si arrivò nel 1991 all'ipotesi di un "carcere leggero" e di un'area naturalistica protetta. Il disegno di legge sulle aree protette prevedeva anche l'Asinara tra le zone designate, ma gli attentati di Capaci prima e di via d'Amelio poi segnarono inevitabilmente la trasformazione dell'isola in un supercarcere.

Per la nascita effettiva del parco si dovrà attendere il Decreto di perimetrazione provvisoria e le prime norme di salvaguardia, promulgato il 28 novembre 1997. Il Parco dell'Asinara inizierà a operare sull'isola a partire dal 1999. Simbolo del parco sono diventati gli asinelli che popolano l'isola, malgrado non ne siano all'origine del nome.

Sono presenti sull'isola diversi livelli di protezione delle aree naturali, alcune delle quali sono interdette all'uomo (l'accesso in tali riserve è punibilmente penalmente). Con la legge n.979 del 31 dicembre 1982 (poi modificata e integrata dalla legge n.394 del 6 dicembre 1991) venne istituita l'area marina protetta "Isola dell'Asinara".

L'isola è visitabile solamente a piedi, in bicicletta, tramite piccoli veicoli

elettrici o utilizzando uno dei servizi presenti. Non è ammessa la circolazione veicolare; per chi arriva con barca privata è necessario informarsi riguardo le regole di avvicinamento e i punti di stazionamento.

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