Bologna e i colli bolognesi costituiscono un hinterland davvero interessante, fatto di luoghi storici da scoprire, beni culturali, tantissima natura e molte tradizioni, soprattutto di natura enogastronomica.
Non tutti lo sanno ma in zona esiste una produzione viticola notevole, che ha trasformato antropicamente il paesaggio rendendolo ordinato nei suoi filari, di tanto in tanto intervallati da altre coltivazioni e da pascoli per l’allevamento. E questa produzione viticola partorisce ogni anno diversi vini doc tutti da assaggiare, naturalmente come accompagnamento ai piatti tipici del territorio.
La linea dell’orizzonte è sinuosa, non solo per la presenza ovvia di alture, ma anche per la stratificazione dei colori che rende in tutte le stagioni l’area incredibilmente immaginifica.
Le peculiarità dei colli bolognesi
Località come Dozza (noto come il borgo dei murales), Ozzano dell’Emilia, Selva Malvezzi, Monteveglio, Monte San Pietro e molti altri presentano ognuno una peculiarità: a volte si tratta di un edificio di importanza storica, altre volte di un santuario o di un castello, oppure ancora di un luogo di grande suggestione naturalistica.
Per esempio a Pontecchio Marconi, si può visitare il museo situato nella casa natale di Guglielmo Marconi, padre del telegrafo. Qui sono presenti, nelle diverse aree, le strumentazioni utilizzate dallo scienziato per le sue scoperte che hanno cambiato la storia d’Italia e del mondo.
Molto particolare anche la Rocchetta Mattei che si trova a Grizzana Morandi. Si tratta di un maestoso edificio in stile liberty costruito nella seconda metà del XIX secolo. L’edificio, oltre che molto suggestivo, è anche molto famoso: qui Marcello Mastroianni ha interpretato Enrico IV, film tratto dall’omonima opera teatrale di Luigi Pirandello.
E mentre a Ca’ la Ghironda si può ammirare un’immensa collezione d’arte moderna, contenuta nel locale Modern Art Museum, si può pensare a una puntata all’abbazia romanica di Monteveglio, sorta in periodo altomedievale su un’altura.
La cucina di Bologna e dei colli bolognesi
Naturalmente quando si parla di cucina tipica bolognese, non si può non pensare al ragù, preparato con tanto amore ma anche con il classico soffritto, la carne macinata e la passata di pomodoro. Con il ragù vengono conditi diversi tagli di pasta, ma in particolare le tagliatelle all’uovo, senza dimenticare che questo condimento rappresenta parte del ripieno delle lasagne bolognesi, forse la ricetta più importante e celebre in Italia e all’estero quando si parla di pasta al forno.
Quando si dice Bologna e colli bolognesi si dice mortadella. Tanto che negli Stati Uniti, ci si riferisce a questo insaccato proprio come la città che anticamente gli ha dato i natali. La mortadella viene usata come ingrediente molto comune a diversi piatti che ogni famiglia della zona rivisita secondo la propria particolare ricetta.
Salami e insaccati a base di suino qui sono infatti molto speciali e possiedono una lunga storia. Anche il prosciutto emiliano rappresenta un ingrediente di prim’ordine: con esso si prepara ad esempio la cotoletta alla bolognese, che consiste in una fetta di vitello panata e fritta arricchita con una fetta di prosciutto, e infine cotta un’ultime volta in brodo. Questa ricetta prende anche il nome di “cotoletta petroniana”, che proviene dal nome del patrono di Bologna, san Petronio.
Gli amanti dei carboidrati non posso rinunciare alla crescenta coi ciccioli: si tratta di una speciale focaccia che si prepara con lo strutto, che viene farcita con ciccioli di prosciutto o pancetta.
Non si può non concludere questo elenco senza citare tortellini e passatelli. I primi sono fagotti di pasta all’uovo ripiena di carne: spesso, quando vengono cotti in brodo, sono consumati in giornate “di magro”, come per esempio le vigilie delle feste religiose. Intorno alla nascita dei tortellini esistono diverse leggende: secondo una di esse, la forma sarebbe stata ispirata a un oste dalla visione, attraverso il buco della serratura, dell’ombelico di una nobildonna. Secondo un’altra vulgata, tra l’altro contenuta ne La secchia rapita dello scrittore satirico Alessandro Tassoni, un oste invece prese spunto dalla visione di Venere addormentata nella propria osteria, dopo che la dea si era concessa abbondanti libagioni insieme a Marte e Bacco.
Anche i passatelli sono un piatto “di magro” e vengono preparati in brodo: consistono in
alcuni minuscoli cilindri, che vengono passati appunto attraverso un attrezzo con piccoli fori, a partire da un impasto che prevede uova, pangrattato e parmigiano reggiano, il tutto aromatizzato con limone e noce moscata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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