La grotta della Poesia di Roca Vecchia, in provincia di Lecce, è uno di quei luoghi al mondo che continuano a destare meraviglia, una piscina naturale che attrae turisti da ogni dove. È un occhio azzurro che dalla terra guarda il cielo carpendone i colori e mescolandoli con il proprio fondale, un occhio ispiratore e al tempo stesso un posto in cui la natura ha mescolato i suoi elementi in modo da creare qualcosa di unico. Al mondo esistono tante di queste piscine naturali infatti, ma ognuna ha qualcosa che la rende diversa dalle altre.
Che cos’è la grotta della Poesia (grande e piccola)
Un chiarimento è doveroso: esistono due “Poesie” a Roca, ovvero la Poesia grande e la Poesia piccola. La Poesia grande è quella che tutti conoscono, quell’occhio dai colori cangianti - dal verde al blu più intenso - cui si è accennato prima e che rappresenta appunto un'attrazione turistica. La Poesia piccola è purtroppo inaccessibile ai più: collegata alla Poesia grande attraverso un canale sott’acqua, è un luogo selvaggio e mistico, e si dice che un tempo rappresentasse una zona molto pescosa.
Tornando alla più nota Poesia grande, si tratta al tempo stesso di una location naturale di grande interesse e una testimonianza archeologica. Da un lato infatti, il luogo presenta formazione di grotte e rocce calcaree - grazie a una forte presenza del fenomeno carsico nel sud della Puglia - dall’altro questi incavi tra mare e scogli hanno ospitato monaci basiliani che avevano scelto l’eremitaggio. E sul fondo del mare di questa “piscina naturale” si possono scrutare testimonianze dei retaggi culturali più antichi, messapici, greci e romani, oltre che quelli relativi alle incursioni ottomane. Di cosa si tratta esattamente? Di parole incise a pelo d'acqua.
Perché si chiama grotta della Poesia
Il nome della grotta (o meglio delle grotte) è di facile comprensione: secondo una corrente di pensiero si riferisce alla poesia, alla lirica, un termine greco che indica l’arte di comporre le parole in versi. La grotta è infatti piena di iscrizioni - le parole incise sugli scogli a pelo d'acqua appunto - piccole scritte in diverse lingue con diversi segni, che Messapi, Greci e Romani lasciarono in questo luogo prima di imbarcarsi per raggiungere l’altra sponda del Mare Adriatico.
Secondo alcuni, invece il nome deriverebbe dal greco medievale e indicherebbe una sorgente d’acqua dolce. Ma va da sé che il legame tra questo luogo magico e la poesia che da sempre innalza ed emoziona il mondo appare molto più affascinante.
Tanto che esiste anche una leggenda legata alla grotta della Poesia. In base a questa leggenda, lo specchio d’acqua era abitato da una principessa, che tutti ammiravano nell’atto del fare il bagno: questo gesto avrebbe ispirato i poeti.
Non è dato sapere quali versi abbia ispirato questa presunta principessa, tanto il suo mito è succinto.
Quel che è certo è che versi meravigliosi sono stati dedicati alla grotta. Come quelli di Rina Durante, compianta scrittrice della vicina Melendugno, all’interno de Il tempo non trascorre invano.Antica “Poesia”,
poesia dimenticata,
la tua voce rimane inascoltata
come la mia.
Mi calo nel tuo fondo
e canto,
tanto
non ci ascolta nessuno,
perché diciamo le stesse cose,
perché abbiamo la stessa voce
antica e triste del passato.
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