Laigueglia, il paradiso dei pescatori in Liguria

A Laigueglia la pesca non rappresenta solo un capitolo importante per l'economia, ma ha avuto grossi influssi sulla Storia del territorio

Laigueglia, il paradiso dei pescatori in Liguria

Laigueglia è un piccolo borgo in provincia di Savona. È un luogo poetico, profumato dallo iodio che il vento trasporta dal mare: una cittadina viva, ricca di storia e di turismo. Per alcuni versi a Laigueglia il tempo è fermo ma al tempo stesso scorre. Scorre nel progresso, nell’avvicendarsi dei giorni e delle stagioni, ma resta fermo in una tradizione che è cultura e identità.

Una cultura che si compenetra con un'economia fondata sulla pesca e sul turismo. E su quel mare sul quale per generazioni la popolazione locale ha fatto affidamento, spesso pregandolo in chiese e cappelle dalla storia secolare.

Il mare nella storia di Laigueglia

Laigueglia, il paradiso dei pescatori in Liguria

La pesca è una parte fondamentale dell’economia di Laigueglia: i pescatori abitarono questi luoghi da tempi antichissimi. Nata sotto l’Impero Romano e poi influenzata dalla presenza di un'abbazia di monaci benedettini, a partire dal XII secolo fu meta di migranti catalani, che si unirono ai pescatori locali per la raccolta del corallo. Il passaggio di questo popolo è ancora oggi testimoniato da un piccolo santuario sul promontorio di Capo Mele.

Ma il mare non è solo un luogo suggestivo: nell’Età Moderna è stato anche decisamente pericoloso a causa delle scorrerie dei pirati, che minarono la serenità di Laigueglia nel XVI secolo, quando cioè era un centro particolarmente fiorente grazie a pesca e commerci via mare. Tra i fatti storici più drammatici, ci fu l’attacco dell’ammiraglio ottomano Dragut, nel 1546. Quell'evento storico viene oggi ricordato in estate attraverso una rievocazione in costume che prende il nome di “Sbarco dei saraceni”.

Il territorio, legato alla Repubblica di Genova, non restò però a guardare a fronte della minaccia dei pirati e venne quindi fortificato militarmente, permettendo così alla città di tornare alla sua fiorente economia. Uno dei torrioni dell'epoca, l’unico superstite, è ancora visibile in città.

Solo nell’800, a causa del declino di queste attività economiche, il borgo inizia a spopolarsi di giovani che cercano la loro fortuna emigrando all’estero. Ma, nel ‘900, Laigueglia scopre una nuova vocazione - quella turistica - meritando successivamente di entrare tra i “Borghi più belli d’Italia”.

Il mondo della pesca a Laigueglia

Capo Mele a Laigueglia

La storia della pesca a Laigueglia continua nel presente, nelle barche a remi posteggiate sulla sabbia quasi a rimarcare il connubio tra turismo e mestieri ittici, nelle manifestazioni sportive dedicate, nella “caccia” in mare orientata su diverse tecniche e scopi, in un’arte che si tramanda dal punto di vista pratico ma anche teorico.

A questo proposito, in città esiste infatti una vera e propria scuola di pesca, un unicum anche in un territorio che vive dei frutti del mare. Le lezioni sono di due tipi: teoriche e pratiche, ma per entrambe è prevista la versione a terra (e quindi in aula) e anche in mare. Tra gli insegnamenti ci sono bolentino, traina, palamito, traina a fondo.

Tra le tecniche più utilizzata c’è proprio quella del bolentino. In realtà il bolentino è una serie di tecniche in cui si usa la canna a mulinello su una barca, al fine di catturare pesci che solitamente non si possono trovare nelle immediate vicinanze della costa. Prima di cimentarsi in questa che è considerata una scienza, si valutano i fondali, le condizioni meteo e il momento della giornata in cui esercitarsi. Ma non senza ecoscandaglio e carte nautiche.

Un’altra tecnica molto amata e spesso ricorrente a fini sportivi è la pesca a spinning, che prevede esche artificiali per catturare i pesci predatori. Bolentino, spinning e tecniche “minori”, ma non meno importanti, costituiscono un mosaico in cui la pesca è sport ma anche grande sostentamento per Laigueglia, dato che costituisce ancora oggi un capitolo fondamentale dell’economia locale.

Naturalmente la pesca di Laigueglia è fortemente tradizionale e questo si traduce anche in un gergo dialettale ricco di sfumature per descrivere oggetti e azioni tipiche del mestiere, a partire dalla rete che viene chiamata “a rea” e la barca stessa che è “u gussu”.

Le tipicità non solo di mare

Gianchetti

I piatti tipici della zona sono basati su ingredienti che vengono dal mare, ma non solo. Tra le ricette a base di pesce ci sono sicuramente le sarde ripiene e i frisciöi de gianchetti: si tratta dei piccoli di sardine e acciughe, che vengono panati in pastella e fritti. I piatti di mare sono infatti rappresentati per lo più da fritture e zuppe di pesce.

Laigueglia si trova tra l'altro nella zona in cui si cucina la ventre, ossia il cosiddetto "quinto quarto" del tonno che veniva scartato e quindi escluso dalla vendita. I pescatori lo portavano a casa insieme alla paga: da qui è nata una tradizione culinaria basata sulla fantasia dei pescatori e delle loro mogli, che nel tempo hanno inventato diverse ricette a base di ventre.

Poi ci sono i dolci, che sono per lo più a base di mandorle e uvetta, a rimarcare le commistioni storiche dei popoli che sono passati da queste zone in epoche antiche. Un dessert molto speciale è il pane del marinaio, che è fondamentalmente un pandolce che viene farcito internamente con pinoli, frutta candita e uva passa.

La foto del panorama di Laigueglia è di Redkap1 via Wikipedia

La foto dei gianchetti è di Tamorlan via Wikipedia

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