Castellabate tra cinema e magia

Un excursus tra alcune delle leggende più note di Castellabate, il borgo campano dove fu ambientato "Benvenuti al Sud"

Castellabate tra cinema e magia

Castellabate in provincia di Salerno è un borgo che forse molti conoscono per l’ambientazione del film Benvenuti al Sud. Scoprire la cittadina significa immergersi nella sua storia e nella sua cultura, scoprire che alcune delle caratteristiche di cui si parla nella pellicola sono reali. Come ad esempio il fatto che il protettore è per davvero san Costabile.

Tra l’altro proprio san Costabile è al centro di una bizzarra leggenda: il santo, travestito da monaco, avrebbe condotto un gregge di 700 pecore sulla costa, per far credere ai pirati, impegnati in un'incipiente scorreria sul territorio, che si trattasse di cittadini armati, mettendoli così in fuga. A Castellabate, come in molti luoghi d’Italia, esiste una passione per l’irreale, un sostrato fatto di miti e leggende che non fanno altro che amplificare fascino di questa località.

Alcuni di questi miti, tuttavia, ne ricordano altri, tanto da essere stati tramandati nello stesso modo impreciso. Per esempio c’è la leggenda di Ermigarda, una principessa che si innamora di un pescatore, Octavio, il quale un giorno non fa ritorno dal mare: il dio Nettuno premia così il loro amore, rendendo i due scogli immortali posti l'uno di fronte all'altra. La storia ricorda moltissimo quella di Ermegalda nella vicina Agropoli, tanto più che in entrambi i casi viene riportato che le principesse erano saracene, quando è abbastanza chiaro che i loro nomi hanno origine germanica.

Le teste dei ribelli

Castellabate

Una tra le leggende più note relativa a Castellabate è decisamente dark. Pare che durante i lavori di restauro della chiesa di San Marco, siano stati ritrovati 7 teschi umani. Sarebbero quelli dei ribelli che, stando al mito, si sarebbero opposti allo ius primae noctis, il diritto del signore di giacere la prima notte di nozze con ogni novella sposa nel suo feudo.

La leggenda pare sia relativa al ‘700 e racconta degli sposi Teresa e Cipullo. Quest’ultimo, un contadino, avrebbe voluto tenere per sé la virtù della giovane consorte, per cui, insieme ai fratelli di lei, cercò di attentare alla vita del signorotto locale, fallendo. Per tutta risposta Cipullo e i fratelli di Teresa furono decapitati e le loro teste esposte al pubblico ludibrio.

Tuttavia questa leggenda, lungi dall’essere vera, appare più un monito contro chi volesse opporsi al potere precostituito, tanto più che il nome del feudatario non viene riportato.

La campana benedetta

Castellabate

Ogni 24 giugno, nella notte di san Giovanni, alcuni credono che si possa udire il suono di una campana in fondo al mare, in un luogo in cui non si riesce a pescare, tra le punte Tresino e Pagliarolo. Questo a causa della legenda della campana di san Giovanni.

Pare infatti che, in un tempo non meglio definito, i saraceni abbiano assaltato la chiesa di San Giovanni, trafugandone la campana. Tuttavia una terribile tempesta si abbattè sulla loro imbarcazione: ai saraceni non restò che gettare la campana in mare, in modo da poter affrontare le intemperie più leggeri. Ma nell’atto di alleggerirsi, i ladri non poterono notare che il cielo e il mare si placarono: il punto esatto in cui si pensa giaccia la fontana prende il nome di Fossa di San Giovanni.

La scultura della Madonna

Castellabate

Il 15 agosto a Castellabate una statua viene portata in processione dai pescatori: si tratta del simulacro di santa Maria a Mare che, secondo la leggenda fu ritrovata in riva al mare proprio da alcuni pescatori all’inizio del XIX secolo.

In altre parole questa statua apparve in mare dal nulla, coperta da un lenzuolo: si

ipotizzò che a sbarazzarsene fosse stata un’imbarcazione dal carico troppo pesante. Ma tanto bastò agli abitanti del borgo per realizzare una chiesa in onore della Madonna e per celebrarla appunto adeguatamente ogni anno.

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