Il castello di Strozzavolpe a Poggibonsi è una rocca privata che tuttavia può essere visitata su prenotazione. Tra le sale visitabili, ne esiste una in cui si espongono armi relative alle epoche della costruzione del castello, ovvero a partire dal XI secolo. Si tratta purtroppo però di una collezione parziale: durante la Seconda Guerra Mondiale, parte di quel patrimonio storico andò disperso e quello che si vede sono i reperti che si è riusciti a salvare e tutelare.
La zona è davvero molto interessante, in primis per l’architettura del castello, che tuttavia ha subito diversi rimaneggiamenti - in particolare durante il XIX secolo - ma anche per la bellezza della natura verdeggiante. Si è infatti nel cuore della produzione del Chianti ma la viticoltura rappresenta solo una parte del modo in cui la vegetazione locale esprime il meglio di sé.
Storia e arte nel castello di Strozzavolpe
Poggibonsi è territorio di fortificazioni. Quindi il castello di Strozzavolpe rappresenta una di queste, sebbene sia unico dal punto di vista architettonico. Fu commissionato da Benuccio da Salimbeni nel XI secolo con funzione difensiva: si trova infatti tra la via Francigena e la Cassia. La prima attestazione scritta del nome - “Scoriavolpe” - appartiene a un documento XII secolo, in cui si parla del primo proprietario noto, ovvero Guido Guerra II. Sotto questi, il castello si arricchì di corridoi sotterranei. Poi anche nel XIII secolo l’aspetto del castello si modificò, con la costruzione di una merlatura guelfa, un fossato pieno di acqua piovana e gli elementi di difesa.
La funzione del castello venne aggiornata nel XIV secolo, quando passò da difensiva a residenziale. Il suo assetto si modificò ulteriormente ma all'interno, perché gli spazi furono reimmaginati e ridesignati per i signori, i servitori e il bestiame. Alla fine del XVI secolo, gli allora proprietari, i Rinuccini, aggiunsero anche una cappella, che però fu demolita all’inizio del XVIII secolo. In quello stesso secolo fu costruita all’interno una scalinata in pietra serena. I principali restauri, come accennato, però affondano le loro radici nel XIX secolo, con l’innalzamento delle mura, il prosciugamento del fossato e la realizzazione di un balcone.
L’excursus architettonico del castello è interessante: non riflette la storia più cruenta del territorio - durante le battaglie più dure restò sempre in piedi, inviolato - a differenza di quanto è accaduto ad altri edifici italiani dello stesso tipo. Riflette solo quei piccoli cambiamenti, estetici e funzionali, di un luogo destinato a resistere, consegnato all’eternità.
Le leggende: la volpe “strozzata” e la donna murata
Oltre la storia c’è una suggestiva leggenda ambientata nel castello di Strozzavolpe. Si narra che prima della costruzione dell’edificio, degli uomini furono mandati dal feudatario sul territorio per poter iniziare l’opera con la posa delle prime pietre. Tuttavia gli uomini tornarono dal signore terrorizzati, dopo aver incontrato una feroce volpe.
Così il feudatario, dopo aver inviato in loco una delegazione di cavalieri - che fallì -, provò ad annientare l’animale con una grandissima caccia alla volpe. Tuttavia anche quella si dimostrò fallimentare: la volpe appariva dal nulla e sorprendeva i cacciatori, riusciva a mordere i cavalli, assaliva gli uomini, sfuggiva alle frecce ed emanava fuoco e fiamme da occhi e bocca.
Alla fine fu proprio il feudatario ad avere la meglio: nel momento in cui la volpe salì sul ramo di un albero, il signore riuscì a lanciarle un cappio al collo e l’animale, cadendo, morì strozzato.
Ma i problemi del castello non erano certo terminati. Il mago di corte infatti predisse al feudatario che, una volta costruito, il castello sarebbe durato il tempo che il corpo della volpe non fosse completamente corrotto. E allora si ricorse a un escamotage: l’animale fu imbalsamato, riempito e ricoperto d’oro. Poi venne murato nelle fondamenta del castello: a sua guardia furono posti tre cavalieri.
Molti anni dopo, si dice che durante dei lavori intorno al castello, un uomo ritrovò la volpe d’oro, ma fu assalito dai fantasmi di tre cavalieri: ancora oggi il presente e il futuro dell’edificio vengono così protetti dagli spiriti. Anche perché la leggenda vuole che nelle notte di luna piena la volpe d’oro se ne vada a spasso per i boschi circostanti.
Un’altra leggenda relativa al castello di Strozzavolpe è ancora più oscura. Riguarda Cassandra Franceschi, l’affascinante moglie di Giannozzo De Cepparello: le famiglie dei due soprintendevano il castello nel secolo XVIII.
Il rapporto tra i due coniugi però si interruppe: la donna aveva un amante e il marito li colse sul fatto, murandoli così vivi nella camera del castello in cui furono scoperti. Come per ogni legenda che si rispetti, in alcune notti c’è chi giura di aver sentito i versi dei fantasmi dei due amanti.
La foto in evidenza è di LigaDue via Wikipedia
La foto del territorio del castello di Strozzavolpe è di Sailko via Wikipedia
La foto del torrione è di Sailko via Wikipedia
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