L'Ocse: "Aumenta la disoccupazione giovanile"

Nell'ultimo rapporto Ocse (L'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), emerge che nell'area dei paesi della Ue ci sono 44,5 milioni di disoccupati. 13,4 milioni in più nel periodo pre crisi. In Italia in calo la disoccupazione giovanile

L'Ocse: "Aumenta la disoccupazione giovanile"

Roma - Nell'ultimo rapporto Ocse emerge che nel'area dei paesi membri ci sono 44,5 milioni di disoccupati. 13,4 milioni in più nel periodo pre crisi. Il dato dell'"Employement look", il rapporto dell'organizzazione, è sconfortante ma necessita di alcuni distinguo. Per quanto riguarda l'Europa, paesi come Lussemburgo, Norvegia e Svizzera hanno mantenuto tassi contenuti fra il 3,5% e il 5,5%. Stessi indici in Asia per Giappone e Corea del Sud. Ma Nel cuore del vecchio continente i tassi preoccupanti di disoccupazione toccano soprattutto Estonia, Grecia, Irlanda, Portogallo, Slovacchia e Spagna che fanno segnare un tasso a doppia cifra. La situazione non migliora neanche negli Stati Uniti dove la disoccupazione resta sempre ferma intorno al 9%.

Nei paesi in cui la disoccupazione è aumentata la scarsità di lavoro si è abbattuta soprattutto sui giovani che sono lavoratori temporanei o disoccupati da più di un anno. La disoccupazione giovanile,nel primo trimestre del 2011 si è attestata al 17,3% nell’area Ocse a fronte del 7% di quella che colpisce gli adulti. La situazione in Italia per l'Ocse ha due facce. Da un lato l'Istituto fa sapere che la crisi ha avuto nell'insieme un impatto moderato sul mercato del lavoro (2,5 punti percentuali di disoccupazione in più da metà 2007 fino al massimo dell’8,5% di inizio 2010). Ma dall'altro lato la disoccupazione ha colpito in modo particolare i giovani. Il tasso è del 27,6% nella fascia d'età fra i 15-25 anni. Fanno peggio di noi però  Grecia, Slovacchia e Spagna.

E inoltre il tasso italiano di disoccupazione giovanile è calato dell 1,3%, passando dal 28,9% del 2010 al 27,6 del 2011. A influire su questo dato c'è l'alta percentuale di contratti a termine: il 47 per cento dei giovani italiani ha un lavoro precario. 

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