L'orgoglio di una figlia: quando la dignità vale più della diplomazia

Con una frase priva di calcolo, diplomazia e convenienza, la primogenita del Cavaliere ha difeso senza esitazioni il padre

L'orgoglio di una figlia:  
quando la dignità  
vale più della diplomazia

«Provo orrore». La sintassi è priva di fronzoli, scorticata da morbidi giri di parole. Ha l’urgenza di una che ha altre urgenze. Perciò poco importa se il commento di Marina Berlusconi (presidente di Fininvest e Mondadori) sulle esternazioni di Roberto Saviano (che in occasione della sua laurea honoris causa, ha osannato i giudici di Milano che stanno indagando sul Cavaliere) potranno far desistere lo stesso Saviano dal continuare la collaborazione con la casa editrice guidata dalla primogenita del premier.

Poco importa se Saviano ha guadagnato moltissimi soldi con il colosso di Segrate e il colosso di Segrate ha guadagnato molti soldi con Saviano. E poco importa persino che Marina Berlusconi sia l’unica italiana nella top-50 di «Forbes» (al dodicesimo posto) delle donne manager più potenti al mondo, piedistallo che di norma ci si guadagna (e si mantiene) con una buona dose di cinismo e di inclemente senso pratico.

A un certo punto, su tutto il resto, evidentemente vince la dignità di figlia. Perché Berlusconi, per quanto in questi giorni la cosa possa essere oggetto di facili ironie, ha una famiglia. E quando «arrivano i nemici», sono poche le persone sulle quali puoi contare per mettere «i carri in cerchio». Ieri Marina lo ha fatto.

Con una frase priva di calcolo, di diplomazia, di convenienza. Era per suo padre «quell’orrore» verso Saviano. E come le è arrivato in gola, l’ha risputato fuori. A costo di inciampare, e di perdere un gradino, nella classifica di «Forbes».

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