«La loro paura? Venir separati»

nostro inviato a Erba (Como)

È in un angolo, schiacciato da fotografi e cameramen, confuso tra decine di giornalisti, l'avvocato Pietro Troiano, mentre il procuratore capo di Como, Alessandro Lodolini, comincia con voce grave a raccontare quanto è accaduto la sera dell'11 dicembre nella casa di via Diaz: «Siamo scioccati, noi magistrati per primi siamo rimasti scioccati dall'efferatezza di questa strage, dalla confessione dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi... » .
Certo un avvocato ci deve essere, una difesa dev'essere pur garantita anche a degli assassini che hanno compiuto, parole che rimbombano come macigni in caduta libera, con «lucidità e freddezza tre omicidi premeditati e hanno lasciato a terra altre due vittime casuali». «Non è una bella storia, ci vorrà del tempo, ma forse pian piano riusciranno loro stessi a rendersi conto. Erano e sono una coppia molto unita, Olindo e Rosa. Entrambi hanno ammesso le loro responsabilità. Ora temono solo di venire separati», riesce solo a sussurrare Pietro Troiano, 40 anni, avvocato dal 2001, che infila per la prima volta gli occhiali scuri. «Non chiedetemi le mie impressioni», aggiunge.
Ma come si fa ad ascoltare impassibili che «è stata Rosa Bazzi a uccidere il piccolo Youssef, con un coltellino, con un taglio netto alla gola perché non smetteva di piangere, mentre lei con la spranga e il marito con un altro coltello compivano la mattanza».
Come si fa a non sussultare, quando i magistrati rivelano «che i due vicini di casa hanno infierito in modo particolare su Raffaella appiccando il fuoco anche al cadavere».
Vorrebbe farsi piccolo-piccolo l'avvocato chiamato, per gli strani scherzi della sorte, ad affrontare la causa più grande e impossibile. E come se volesse trovare, lui per primo, l'avvocato della difesa, delle risposte credibili. Che cosa è passato per la testa dei suoi assistiti quella sera? Ma ascoltando la ricostruzione della strage tradisce la prima di mille smorfie di disgusto.
Raggomitolato nel suo angolo.

Confinato dalla ressa verso l'uscita di sicurezza di quest'aula giudiziaria dove manca l'aria, il giovane avvocato alla sua causa più difficile, scuote la testa. E si sforza di tracciare un disegno, una strategia di difesa. Ma non c’è uscita di sicurezza che tenga. Anzi non c'è proprio uscita da quella sera di spietata follia.

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