Lotta ai veleni del traffico Arriva il filtro nel naso che uccide l’inquinamento

Si tratta di un gel antinquinamento messo a punto al Policlinico di Milano. Gli esperti: "In questo modo le polveri inalate si riducono del 90%". Fra 3 mesi il via alla produzione e alla vendita in farmacia

Lotta ai veleni del traffico 
Arriva il filtro nel naso 
che uccide l’inquinamento

Milano - Le domeniche a piedi, l’abbiamo capito, fanno poco o nulla contro lo smog. Così come le targhe alterne, già abbandonate da un pezzo nella maggior parte delle città. Poi ci sono i filtri antiparticolato, da montare sulle auto più inquinanti. Ma costano tanto e riducono le emissioni di polveri sottili solo del 25 per cento. Tanto vale. Tuttavia, nel panorama di proposte anti-smog, spunta un’idea niente male. Non si tratta di tasse per accedere al centro, né di iniziative ecologiste o di divieti. La soluzione sta nascosta in un oggettino di mezzo centimetro, del peso di due grammi. È un mini filtro che non si applica al tubo di scappamento delle auto ma che si infila nel naso. E che ci protegge dallo smog. L’intuizione è venuta nel 2004 a Paolo Narciso, avvocato quarantenne, ed è stata approvata e sviluppata da Luigi Allegra, primario pneumologo dell’ospedale Policlinico di Milano e luminare dei disturbi respiratori. Lui, che da una vita si occupa di patologie legate allo smog, è stato il primo a dare l’ok al progetto: «Ecco la soluzione allo smog. È molto più efficace rispetto ai filtri da montare sulle auto».

Depositato il brevetto, il filtro per il naso è stato studiato dagli esperti e sembra funzionare. Tanto che a maggio entrerà in produzione e immediatamente dopo sarà venduto in farmacia. E magari anche in edicola. Il costo? Meno di un euro. L’acchiappa smog è usa e getta e dalle prime verifiche non sembra avere effetti collaterali né dare particolare fastidio. Le sperimentazioni in vitro effettuate in laboratorio sono state superate a pieni voti e anche gli esperti sembrano convinti. «Il filtro, a forma elicoidale - spiega Allegra, che è anche direttore del dipartimento cardiorespiratorio dell’università di Milano - è in grado di ridurre di oltre il 90% le inalazioni di polveri nocive. È una trappola per il Pm10 e per le particelle di smog ancora più sottili. Deve ancora essere perfezionato ma è già stato validato».

Come funziona? È composto da un’elica di silicone medico cosparsa da un gel carico di ioni negativi in grado di bloccare le particelle di smog che vengono respirate. Una volta utilizzato può essere gettato nel cestino. Le due eliche, da inserire nelle narici, sono legate da un piccolo laccetto trasparente che permette di sfilarle con facilità. E gli effetti fin d’ora sembrerebbero molto più efficaci rispetto a qualsiasi blocco del traffico o divieto di circolazione. Anche i costi sarebbero più contenuti. «Ho calcolato - spiega l’inventore - che il Comune di Milano, se decidesse di distribuire filtri per un anno a ognuno dei quattromila vigili, spenderebbe 300mila euro, non di più». Il filtro potrebbe essere utile anche ai bambini, almeno nei tragitti a piedi tra casa e scuola, e a tutte le categorie che lavorano in strada. È stato calibrato per durare da un paio di ore fino a otto ore ed avrà varie misure, per i bambini e per gli adulti. Già si è pensato a una versione per gli sportivi con un filtro con un’elica più ampia per facilitare la respirazione mentre si corre.

Anche i salutisti ci guadagnerebbero: potrebbero dire addio alle mascherine antismog, fastidiose e poco efficaci, proteggerebbero meglio i loro polmoni. Paolo Narciso incontrerà venerdì l’assessore milanese alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna. I due si sono già confrontati sul progetto ma ora il filtro da naso è vicino alla svolta definitiva. «È un progetto interessante - spiega l’assessore -, è come se fosse un mini filtro antiparticolato. Vale la pena di approfondire, ma prima che il Comune di Milano decida di prendere una parte attiva e di dare l’imprimatur all’idea, preferisco si attenui questo clima di allarmismo sull’inquinamento presente a Milano. C’è una tensione forte da stemperare».

I dati, secondo Landi di Chiavenna, sembrano andare in un’altra direzione rispetto a quella sostenuta dagli allarmisti: su 53mila persone che, tra il 2007 e il 2008, si sono presentate al pronto soccorso, solo 965 hanno rivelato patologie legate direttamente all’inquinamento. «Si tratta del 2 per cento dei casi».

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