Lotte tra cani, scoperto «l’ospedale» dei feriti

Stefano soccorre un ragazzo svenuto in acqua. Ora il Comune lo vuole premiare per il coraggio

Ha salvato il suo coetaneo che stava per annegare nella piscina, trasformandosi in un baby eroe per caso. Minuto nel fisico ma dotato di un cuore grande e di una buona dose di coraggio. Tanto che il Comune vuole adesso assegnargli un riconoscimento: una medaglia che ricordi l’episodio e onori il suo altruismo.
Protagonista della vicenda a lieto fine è Stefano B. undici anni residente a Rho, che nei giorni scorsi, dopo aver intuito il pericolo, si è tuffato senza esitazione nella piscina tirando fuori un dodicenne milanese, che giaceva sul fondo ormai in stato di semincoscienza. Il suo coraggio è valsa la vita alla vittima, subito dopo rianimata dai soccorritori del 118.
Tutto è accaduto nei giorni scorsi al «Parco acquatico» di Vigevano, meta estiva di molti oratori milanesi e di provincia. Stefano, che da poco ha finito la scuola e aspetta di partire per le vacanze con la sua famiglia, si era recato in piscina con i compagni della parrocchia della frazione di Passirana, per trascorrervi una giornata spensierata al sole, arricchita da tanti tuffi in piscina. Stesso programma per il ragazzo del capoluogo, in gita fuori porta con gli amici del suo oratorio feriale. Panini, scherzi, lattine di tè fresco, nuotate, cuffie infilate a fatica: tutto stava procedendo per il migliore dei modi.
I bambini stavano giocando spensieratamente, quando all'improvviso Stefano nota sul fondo di una vasca una sagoma umana. Capisce che non si tratta di un'ombra; si avvicina di più e intuito il pericolo si tuffa senza pensarci due volte. Nuota fino a raggiungere «la sagoma». Viene a sapere dopo che è un bambino dodicenne, praticamente un suo coetaneo, quasi svenuto e ormai incapace di risalire dal fondo della piscina da solo.
Lo affranca a sé e con molta fatica, il braccio intorno al collo, lo riporta a galla. Con il fiatone e il cuore che gli batte all’impazzata, Stefano si aggrappa al bordo della vasca e urla per lanciare l'allarme.
I soccorsi scattano immediatamente e i due bambini vengono portati fuori dalla piscina: uno ansimante e spaventato, l’altro privo di sensi, pallido. Vengono affidati ai sanitari dell'automedica, fatta intervenire sul posto con urgenza.
Stefano, per fortuna, non necessita di alcun intervento; all'altro bambino invece medici e soccorritori devono praticare tecniche di rianimazione, prima di metterlo al riparo da ogni pericolo.
Questione di poco e nemmeno i soccorsi sarebbero serviti. Successivamente il ragazzo milanese, la mancata vittima dell'annegamento in piscina, viene trasportato in ospedale, ma soltanto per alcuni accertamenti. Niente di più, il pericolo è stato scampato egregiamente.
I compagni di Stefano fanno capannello intorno all’amico-eroe e lo tempestano di domande: «Come hai fatto ad accorgerti?», «Pesava?», «Come lo hai sollevato?». «Bravo Ste, sei un grande». E poi lo applaudono, lo inneggiano, proprio come nel lieto fine di una brutta avventura e di una tragedia evitata per poco.


«Quando Stefano ha visto quel ragazzino in difficoltà, ha smesso di giocare e si è buttato sul fondo riuscendo a salvare il suo coetaneo – ha raccontato fiera la mamma -. Ciò nonostante, non si sente affatto un eroe». Diversamente la penserebbe l'amministrazione civica di Vigevano che vuole premiare con tutta l'ufficialità del caso, la generosità del ragazzo rhodense.

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