Luca Barbareschi: «Gli sconti per i set cinematografici? Una goccia nel mare»

Rilanciare il cinema a Milano? Luca Barbareschi non ha dubbi: l’industria resta a Roma, che per clima, costi, strutture e servizi resta la città più adatta. A Milano, però, si può pensare di ambientare alcune scene, a patto che l’amministrazione sia davvero disposta ad abbattere i costi per i produttori. Questo, in sintesi, il pensiero dell’artista che, in veste di attore e imprenditore dello spettacolo, è intervenuto nel dibattito di questi giorni sull’opportunità di rilanciare la vocazione cinematografica del capoluogo lombardo.
Dopo la provocazione di Carlo Verdone di ambientare qui uno dei suoi prossimi film, e gli interventi meno ottimisti di Gabriele Salvatores, Maurizio Nichetti, Marco Risi e Diego Abatantuono, la parola va a un attore e produttore cinematografico che a Milano è cresciuto, ci vive, e ha girato gran parte dei suoi film.
Sulla possibilità di rubare a Roma lo scettro di regina della celluloide, Barbareschi si accoda al filone degli scettici, sottolineando la vocazione di Milano per settori diversi e altrettanto importanti quali la moda, la pubblicità, il design, l’arte contemporanea. «Credo che ogni città debba mantenere le sue specificità – spiega -. Se il cinema è sempre stato a Roma un motivo ci sarà: qui ci sono le produzioni, i maggiori teatri di posa, i rapporti con i broadcaster».
Anche dal punto di vista geografico-climatico Milano, per Barbareschi, parte svantaggiata: «Il freddo, la pioggia certo non agevolano le riprese; e poi vi immaginate girare nel centro con i camion delle troupe ? Si bloccherebbe tutta la città». Un discorso a parte va fatto per la formazione: «Le scuole più conosciute sono nella capitale, anche se qui negli ultimi tempi sono stati avviati progetti interessanti. Sotto questo profilo, Milano fa le cose seriamente, nel teatro come in tutto il resto».
In ultimo (ma non per importanza), il problema dei costi: «La città è cara da questo punto di vista, molto più di Roma. E sta parlando con uno che produce dai dodici ai quindici film all’anno: conosco bene le difficoltà del mestiere».
Sugli sconti proposti dell’assessore Finazzer Flory per chi sceglie Milano come proprio set, l’attore non si sbilancia: «È un inizio, ma mi sembra una goccia nel mare: sono ben altri gli ostacoli per chi vuole fare cinema, a partire dall’assenza di una Film Commission forte. Piuttosto - rilancia Barbareschi - si può pensare di ambientare qui alcune scene: Milano è una città interessante dal punto di vista fotografico, di grande fascino.

Qui, in passato, ho girato film come Via Monte Napoleone, Bye bye baby, Romance e il più recente The International del 2007, girato sul Pirellone. Come attore mi sono sempre trovato bene; ma per un produttore non è sufficiente, occorrono più incentivi».

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