Massarosa - Rajmonda Zefi, la donna albanese di cui è stato trovato stamane il cadavere in un bosco dell’Alta Versilia, sarebbe morta cadendo accidentalmente e battendo la testa sui gradini della scala, nel suo appartamento di Stasia, durante una lite con il marito Francesco Quinci. È questa, riferisce il legale di Quinci, Carlo Alberto Antongiovanni, la versione fornita ai carabinieri dall’uomo durante il lungo interrogatorio della notte. Quinci avrebbe poi avvolto il cadavere in un telo, l’avrebbe caricato in auto per portarlo a Stazzema e abbandonarlo in un dirupo.
Il litigio La lite, secondo quanto Quinci avrebbe raccontato ai carabinieri, era scoppiata la mattina del 31 dicembre, intorno alle 9,30, dopo che Rajmonda Zefi, 30 anni, albanese, madre di due bambini, aveva ricevuto una telefonata da un connazionale il quale sarebbe passato a prenderla poco dopo. Il fatto che la moglie uscisse di casa, nel quadro di un rapporto di coppia ormai logorato, è stata la scintilla per una nuova lite.
La testimone La circostanza della lite coinciderebbe con quanto raccontato da una vicina di casa della coppia. "Non ho dato troppo peso alla cosa - ha detto la vicina, Alice Mengali - anche se devo dire che mi sembrava di avere sentito urlare la donna. Volevo chiamare i carabinieri, avevo già composto il 112, ma ho buttato giù, perché ho sentito silenzio come se tutto fosse tornato nella normalità.
Poi sono andata al lavoro, nel ristorante a Pietrasanta che gestisco insieme al mio compagno, e successivamente sono partita per la montagna fino al 3 gennaio. Quando siamo tornati, i carabinieri ci hanno convocato in caserma come avevano fatto con gli altri vicini di casa per sentire la mia testimonianza visto che Rajmonda era scomparsa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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