Luce sulle bollette dei Vip

Luce sulle bollette dei Vip

Come fa Beppe Grillo a pagare, in un mese, una bolletta Enel da 851,33 euro? Fatti suoi. Cosa giustifica un impiego di energia elettrica tanto elevato? Fatti suoi.
Ma le cose cambiano se il comico genovese sale in cattedra ergendosi a modello virtuoso di consumo «pulito ed ecosostenibile». Un maestrino che bacchetta i comuni mortali, forte del suo impianto fotovoltaico che - narra la leggenda - «consente a Grillo di rivendere la quota di energia elettrica prodotta in eccesso». Insomma, la bella fiaba del «contatore che gira al contrario», salvaguardando contemporaneamente ambiente e portafoglio. Una favola, appunto. Il Riformista ha chiesto «lumi» a Grillo, che però ha preferito non rispondere. Allora il quotidiano diretto da Antonio Polito si è procurato le prove, cioè le bollette, scoprendo che la famiglia Grillo consuma, a livello di chilowattore (kWh), ogni mese l’equivalente annuo di una famiglia italiana composta da 4 persone (3.301 kWh). Una media mensile che porta il consumo annuo di casa Grillo alla cifra monstre di 37.520 kWh.
Addio interruttore equo e solidale, il contatore grillesco gira alla stragrande nel verso ben noto a tutti gli italiani, altro che «al contrario». Chicco Testa, ex amministratore Enel, aveva capito tutto: «Grillo non mi piace», dice Testa e il suo blog è un concentrato di leggende metropolitane e populismo. Ai tempi in cui ero ancora presidente del Consiglio di amministrazione dell'Enel, Grillo diceva che a casa sua, con il solare, produceva tanta energia da vendere poi quella in eccesso. Ma feci fare una verifica e venne fuori che da solo consumava come un paesino». Parole confermate ora dalla documentata inchiesta del Riformista. Ma Grillo non ci sta e dal suo blog spedisce sulla sedia (elettrica, dato l’argomento) i signori dell’informazione truffaldina. Tutti fulminati dall’eco-pensiero-energetico del guru milionario.
«Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire nuove centrali, di nessun tipo - spiega l’ex testimonial dello yogurt Yomo -. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali). Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi impianti di generazione elettrica». Impianti che, se non ci fossero, costringerebbero il comico a illuminare la casa con le candele, considerato che i pannelli solari made in Grillo di 25 metri quadrati da 2 kilowatt di potenza garantiscono acqua calda un giorno sì e tre no. Ma Grillo - come sua abitudine - manda tutti a quel paese, preferendo proporre l’improponibile: «Bisogna incentivare la produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire dagli edifici più energivori». Energivori? Mah.
Il sistema di cui Grillo va orgoglioso è però proprio quello che ha fallito nella sua abitazione di via dei Marsano 8, a Genova: «È necessario estendere la possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW». Dipendesse da Grillo, il problema energetico sarebbe bello e risolto.

Come? «Attraverso l’incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica, estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai chilowattora riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote».
Siamo al buio, qualcuno riaccenda la luce.

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