Macché leggi razziste. Siamo il Bengodi dei criminali stranieri

Macché leggi razziste. Siamo il Bengodi dei criminali stranieri

Pubblichiamo un commento di Flavio Tosi,sindaco di Verona, a seguito di un articolo di Mario Cervi uscito sul Giornale di ieri, 14 settembre, dal titolo «I giudici rifiutano di cacciare i clandestini». All’ala «militante» della magistratura italiana non piacciono le norme sull’immigrazione clandestina che il governo del Paese ha varato. I giudici rifiutano di applicare lenormesugli stranieri illegali, ricattano il governo e «graziano i clandestini». L’esito della manovra vorrebbe essere questo: provocare il naufragio di provvedimenti del tutto legittimati dalla Costituzione 

di Flavio Tosi*
Non ricordo un solo magistrato in Italia intervenuto per affermare che le leggi via via approvate per regolamentare l’immigrazione nel nostro Paese e per contrastare quella clandestina siano troppo morbide o permissive, mentre ne ricordo fin troppi avversare le scelte di governo e Parlamento affermando che le leggi sull’immigrazione sono troppo rigide se non addirittura razziste, assumendo, quindi, una netta e chiara caratterizzazione politica. E fin qui, saremmo nel diritto di ciascuno a esprimere - opportuno o meno che sia per un magistrato che dovrebbe esprimersi solo per sentenze - la propria opinione.

Il problema però assume un rilievo ben diverso quando alcuni magistrati non si limitano solo al pensiero politico ma lo traducono in azione giudiziaria, pronunciando sentenze assurde, talvolta aberranti, altre volte ridicole che però hanno un unico e certo effetto: quello di lasciare sul suolo italiano clandestini, spesso pregiudicati, e quindi persone pericolose che potrebbero - e dovrebbero - essere allontanate. E, d’altra parte, da chi critica all’interno della magistratura le nuove modifiche alla legge sull’immigrazione introdotte dal pacchetto sicurezza, non sono venute finora proposte di soluzioni migliori, di utili suggerimenti concreti e pratici per dare alle espulsioni certezza e celerità: tutti i critici si limitano a sollevare obiezioni ma si guardano bene dall’avanzare proposte alternative, probabilmente perché non ne hanno.

Siamo un Paese razzista con la nostra legislazione? Farò solo alcuni esempi, reati non di sangue, non clamorosi, di cui i media parlano poco ma che rappresentano l’ordinaria gestione della giustizia. L’altra sera a Verona un cittadino di Paese non comunitario, irregolare in Italia, alla guida di un’auto è fuggito dopo aver tamponato un’altra vettura ferendone il conducente; individuato e bloccato dalla polizia municipale è risultato, al test, ubriaco, la patente in suo possesso era falsa e, dagli accertamenti, è risultato avere numerosi precedenti di polizia per uso di patente falsa e inottemperanza all’ordine di lasciare il territorio italiano. Trattenuto la notte nelle celle di sicurezza della Polizia municipale e denunciato all’Autorità giudiziaria per immigrazione clandestina, guida in stato di ebbrezza, fuga, omissione di soccorso e guida con patente falsa, è stato rimesso in libertà e denunciato a piede libero. È presumibile che continuerà a guidare, ubriaco e con patente falsa, anche in futuro, cosa che certamente non consentirebbe, né a lui né ad altri, il suo Paese d’origine, evidentemente meno razzista dell’Italia.

Potrei citare il caso di altri quattro cittadini stranieri clandestini, questa volta comunitari, bloccati da una pattuglia di carabinieri dopo aver tentato di rubare una cassaforte in un’azienda. Dopo una notte in cella, sono stati processati, hanno patteggiato otto mesi e sono tornati in libertà: quindi, liberi di ripetere l’impresa.

Singolare, anzi da Guinness del furto, anche il caso di altri due clandestini comunitari sorpresi di notte in una stazione di servizio dell’autostrada mentre rubavano gasolio dai camion; il mattino dopo sono stati processati per direttissima e rimessi a piede libero in quanto era la prima volta che commettevano un reato, strano principio che assegna la franchigia per rubare almeno una volta.
La cosa paradossale però è che la sera stessa, a 24 ore dal furto precedente, i due infaticabili comunitari sono stati arrestati nuovamente mentre rubavano gasolio, nuovamente processati, per direttissima, il mattino seguente e di nuovo rimessi a piede libero con la concessione dei benefici della condizionale che nemmeno i loro difensori si erano sognati di chiedere, pronti per una terza impresa.

E questo nostro Paese avrebbe una legislazione razzista contro gli stranieri? Autolesionista, semmai, una sorta di Bengodi per clandestini e delinquenza d’importazione.

Flavio Tosi, sindaco di Verona*

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