Una violenta tromba d'aria l'aveva buttata giù, il braccio meccanico di una gru l'ha issata nuovamente al suo posto, in cima alla torre del Centro Don Orione da dove era caduta lo scorso ottobre rompendosi in tre tronconi e perdendo anche le braccia. Cinque mesi dopo la Madonnina di Monte Mario, eretta a protezione della città il 4 aprile del '53, è tornata a vegliare su Roma dopo essere stata ricomposta e restaurata oltre che ridorata con foglia d'oro. Nessun trasporto eccezionale per trasferirla in qualche laboratorio. La statuta, alta dieci metri e sostenuta da un traliccio portante verticale ora rinforzato, è stata riparata nel giardino sottostante al piedistallo su cu si trovava, in un'apposita struttura provvisoria. I lavori, costati 160 milioni, sono stati resi possibili grazie all'impegno del sindaco Gianni Alemanno e al finanziamento sostenuto dall'Acer. A coordinare il progetto e la direzione artistica del restauro è stata la sovrintendenza comunale, che ha affidato i lavori a Carlo Usai, esperto artigiano del restauro del ferro.
Ieri il vicesindaco Mauro Cutrufo, l'assessore ai Lavori Pubblici Fabrizio Ghera e altri funzionari hanno assistito assieme ai sacerdoti e agli impiegati del Don Orione alla «rinascita della statua». L'inaugurazione ufficiale, invece, sarà il prossimo 24 giugno con una cerimonia presieduta da Papa Benedetto XVI. «Oggi per noi è il ritorno di una presenza familiare per la città e per il Centro Don Orione. La Madonnina è una persona viva, non solo un simbolo. Fa parte della storia e delle trepidazioni di Roma.
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