Magistratura, Fini: "Le toghe siano indipendenti Ma non si instauri una democrazia giudiziaria"

Il presidente della Camera alla presentazione del libro di Violante ("I magistrati") contro la "troppa discrezionalità di pm e giudici nel definire i reati". Ma avverte anche la politica: "Non cerchi soittomettere le toghe  minando l'indipendenza della magistratura". E sulle riforme: "Siano condivise"

Magistratura, Fini: "Le toghe siano indipendenti 
Ma non si instauri una democrazia giudiziaria"

Roma - In Italia "è giusto interrogarsi sull’esigenza di garantire in modo stabile un funzionale equilibrio democratico tra poteri e, certamente, in questa costante e essenziale ricerca va mantenuto il valore irrinunciabile dell’indipendenza della magistratura, sia giudicante che requirente, ma va anche evitato l’avvento di una democrazia giudiziaria". Non fa sconti a nessuno Gianfranco Fini. Per realizzare tutto ciò, secondo il presidente della Camera "occorre, da un lato, porre un argine alle tentazioni della politica di condizionare l’indipendenza della magistratura con norme che mirino alla sua sottoposizione politica e, dall’altro, occorre valorizzare, con riferimento ai magistrati, il principio di responsabilità, che consiste nell’adempiere ai doveri di ufficio con imparzialità e rigore deontologico".

Alfano: "Le toghe restano indipendenti" "Non c’è alcuna intenzione da parte del governo di porre in dubbio autonomia e indipendenza della magistratura, che sono un sacro recinto. Va invece ribadita l’autonomia della politica nelle scelte legislative". È quanto ha sostenuto il ministro della Giustizia Angelino Alfano, intervenendo alla Camera alla presentazione del libro "I magistrati" di Luciano Violante. Il Guardasigilli ha anche ribadito "l’urgenza" di una riforma complessiva in materia di giustizia.

Le riforme Per il presidente della Camera da una parte, vi è la necessità "delle riforme da fare in modo equilibrato e condiviso, e, dall’altra, vi è il terreno culturale, perché la ricerca di un nuovo equilibrio democratico tra i poteri dello Stato passa, in larga misura, attraverso un profondo cambiamento, che deve riguardare sia la sfera della magistratura che quella della politica. Solo così potremo dire di aver fatto un passo in avanti in direzione di quella normalizzazione istituzionale di cui il Paese ha certamente un grande bisogno".

Troppa discrezionalità per i magistrati "Il pubblico ministero e il giudice hanno un margine di discrezionalità troppo ampio rispetto alla scelta di come qualificare giuridicamente un fatto". Dice ancora il presidente della Camera alla presentazione del libro di Luciano Violante "I magistrati". Nella società attuale, soprattutto in Italia, esiste, per Fini "un’esasperata giuridicizzazione della vita sociale.

In Italia infatti - prosegue il presidente della Camera - la complessività del sistema giuridico è ancora più elevata che in altri Paesi a causa della spinta a regolamentare ogni aspetto della vita sociale e a estendere, di fronte all’ineffettività di molte regole, il ricorso alla sanzione penale". Il diritto penale, quindi, prosegue Fini, "è diventato modo normale di legiferare con ovvio sovraccarico di aspettative in ordine alle funzioni di questa branca del diritto".

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