![Conte attacca Meloni ma davanti al sondaggio anti magistratura balbetta](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/06/1738849100-screenshot-2025-02-06-140112.png?_=1738849100)
Loquace contro il governo presieduto da Giorgia Meloni e timido davanti all’opinione degli italiani che bocciano i magistrati e il loro operato. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, rappresenta, in unica persona, queste due anime che, in teoria, farebbero fatica a coesistere. Ieri, dopo le informative molto tecniche e dettagliate, per difendere l'azione del governo sul rilascio del torturatore libico Almasri, Conte ha replicato senza freni ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. Oggi, al contrario, davanti al giudizio negativo degli italiani rispetto alla magistratura non riesce ad offrire una risposta netta.
Incalzato da L’Aria che Tira, la trasmissione di approfondimento condotta da David Parenzo su La7, il leader del Movimento 5stelle è chiamato a commentare l’ultima rilevazione firmata dall’Istituto Tecnè. I numeri del sondaggio confermano la fiducia nel lavoro dell’esecutivo Meloni e bocciano sonoramente le ultime uscite dei magistrati. Ben il 42% degli intervistati hanno più fiducia nella premier rispetto alla magistratura. “Come se lo spiega?”, chiede il giornalista in studio. La risposta è tanto vaga quanto surreale. “C’è un’asimmetria di posizione, il magistrato deve fare il suo dovere, di contro c’è una politica che da trent’anni sta aggredendo la magistratura. La legge è uguale per tutti, anche per i politici”, glissa Conte.
La guerra trentennale tra politica e magistrati, secondo la logica di Conte, avrebbe un aggressore unico, i politici nostrani, e un aggredito, la magistratura inerme. Poi, commentando i numeri a proprio piacimento attacca: “Quel sondaggio segnala che c’è una grande sfiducia nella politica, ma anche nella magistratura”. Ma nel secondo caso è sempre colpa del governo che, “a furia di parlare di giudici politicizzati”, ha creato il sottotesto adatto per il sondaggio.
In compenso, però, torna la sicurezza quando nel mirino della sua invettiva c’è Giorgia Meloni e i suoi ministri. “L’abbiamo visto col governo di adesso con questa vicenda che, pur di difendersi, hanno scaricato l’attenzione sul procuratore Lo Voi. Come giustificano questo attacco alle ‘toghe rosse’”. Qui Conte fa riferimento al procuratore Francesco Lo Voi che trasmesso la comunicazione d’iscrizione nel registro degli indagati a Meloni, Nordio e Piantedosi.
Quello che si dimentica il leader del Movimento pentastellato, più o meno volontariamente, è proprio la surreale accusa di peculato e favoreggiamento contenuta nell’inchiesta aperta dal procuratore di Roma e trasmessa al Tribunale dei ministri.
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