"Devono tornare in Italia". Il tribunale di Roma non convalida il trattenimento dei migranti in Albania

Ancora un intervento della magistratura su una decisione del governo. I giudici: "Impossibile riconoscere i Paesi di provenienza come sicuri"

"Devono tornare in Italia". Il tribunale di Roma non convalida il trattenimento dei migranti in Albania
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È arrivato un primo stop al progetto di delocalizzazione delle procedure di asilo in Albania e a sancirlo è stato il tribunale di Roma, che non ha convalidato i provvedimenti di trattenimento nei confronti dei migranti. I giudici del sezione immigrazione del tribunale di Roma con il provvedimento hanno anche disposto, a quanto si apprende, che devono essere riaccompagnati in Italia.

In data odierna, comunica il tribunale di Roma, Sezione 18esima civile per i diritti delle persone e l'immigrazione, i "trattenimenti non sono stati convalidati in applicazione dei principi, vincolanti per i giudici nazionali e per la stessa Amministrazione, enunciati dalla recente pronuncia della CGUE del 4 ottobre 2024 a seguito del rinvio pregiudiziale proposto dal giudice della Repubblica ceca". Il diniego della convalida, si legge ancora nella nota, "è dovuto all'impossibilità di riconoscere come 'Paesi sicuri' gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell'inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal Protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto ad essere condotte in Italia".

Nella parte centrale del provvedimento si legge che "anche nel caso il richiedente provenga da Paese di origine designato come sicuro ai sensi dell’art 2 bis del D.lvo n. 25/2008 e della nuova direttiva procedure (Direttiva 33/2013/UE) non può ritenersi operante alcun automatismo, dovendosi accertare se per quel singolo richiedente, alla luce delle sue allegazioni, il Paese di origine possa effettivamente considerarsi sicuro ai sensi della normativa citata". Con questa formula, di fatto, i magistrati "hanno dichiarato che non esistono Paesi sicuri. Così si rendono impossibili non solo i trattenimenti ma anche i rimpatri. Con questa decisione si vuole stabilire che chiunque può entrare illegalmente, non può essere trattenuto e non può essere rimpatriato", dichiarano da Fratelli d'Italia. "In aiuto della sinistra parlamentare arriva quella giudiziaria", si legge ancora sul profilo di FdI.

Rabbia di Giorgia Meloni per l'atteggiamento anti-italiano delle opposizioni, che esultano e che ora si sono rivolte all'Unione europea: "Pd, M5S e AVS hanno presentato un'interrogazione alla Commissione europea chiedendo se intende aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia per l'accordo sui flussi migratori con l'Albania. Avete capito bene: alcuni partiti italiani stanno di fatto sollecitando l'Europa a sanzionare la propria Nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo Governo. Una vergogna che non puo' passare inosservata".

Lunedì, un gruppo di 16 migranti è partito da Lampedusa in direzione dell'Albania, dove l'Italia ha costruito i due centri, uno proprio nei pressi dell'area portuale di Shëngjin e uno a Gjader. Si trattava di migranti considerati in buona salute, uomini, provenienti da Egitto e Bangladesh, che l'Italia ha inserito nella lista dei Paesi sicuri. Una volta giunti in Albania, due di loro si sono dichiarati minori e, quindi, come tali sono stati considerati inadeguati al trattenimento in Albania. Altri due, invece, sono stati ritenuti inadeguati perché vulnerabili. I restanti 12 avrebbero dovuto completare l'iter per poi essere riaccompagnati nei Paesi di provenienza ma ora il tribunale ha fermato tutto. In una nota di Fratelli d'Italia rilasciata ieri si leggeva che "alcuni deputati di sinistra, che oggi (ieri, ndr) hanno effettuato un bitz nei centri in Albania, lasciano supporre di sapere come si pronunceranno certi tribunali sulle richieste di asilo degli immigrati clandestini. Il Pd tenta di dettare la linea alla magistratura?".

Dura la nota del presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, Lucio Malan: "Scandalosa la decisone del Tribunale di Roma sui centri in Albania. Alcuni magistrati politicizzati hanno deciso che non esistono Paesi sicuri di provenienza: impossibile trattenere chi entra illegalmente, vietato rimpatriare i clandestini. Vorrebbero abolire i confini dell’Italia, non lo permetteremo". Il vicepresidente vicario di Fratelli d'Italia in Senato, Raffaele Speranzon, aggiunge: "Quanto deciso oggi dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma circa il Cpr in Albania è fuori da ogni logica democratica. Si tratta di una sentenza di giudici politicizzati e militanti. È uno dei poteri dello Stato che usurpa quello del governo, impedendo a quest'ultimo di contrastare l'immigrazione illegale di massa. Se ciò non bastasse, è ancora peggiore il fatto che il Pd ieri anticipasse, o meglio, suggerisse la decisione del giudice. Ecco come la magistratura rossa e pro immigrazione di massa paralizzano il sistema dei rimpatri, al di là di dove siano collocati i migranti irregolari. Tutto ciò è inaccettabile".

Pronta anche la nota della Lega in replica alla decisione del tribunale: "Proprio nel giorno dell'udienza del processo Open Arms contro Matteo Salvini, l'ordinanza che non convalida il trattenimento degli immigrati in Albania è particolarmente inaccettabile e grave. I giudici pro-immigrati si candidino alle elezioni, ma sappiano che non ci faremo intimidire".

Da parte sua, invece, l'Anm difende i magistrati: "I giudici applicano le norme, volute dal nostro ordinamento e dall’ordinamento europeo di cui noi facciamo parte integrante". E ha aggiunto: "L’ordinamento sovranazionale vince, perché apparteniamo a un ordinamento europeo che ha una posizione di primazia sulla legge interna".

Comunicato stampa Albania
Il comunicato stampa del tribunale di Roma

Comunicato stampa Albania
Il comunicato stampa del tribunale di Roma

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