Definire un giudice “attivista gender” o ricordare che il magistrato ha rivelato di aver avuto un figlio col compagno da ‘utero in affitto’ è troppo. Il Csm ha votato con 25 voti a favore (e cinque no dei laici di centrodestra) un documento di sostegno a Marco Gattuso, il presidente del collegio del tribunale di Bologna che ha disposto il rinvio degli atti alla Corte di Giustizia Ue sul decreto 'Paesi sicuri': ''Il Consiglio ritiene di dover affermare che, nel caso in esame, sono stati travalicati i limiti di cronaca e di critica dei provvedimenti giudiziari, così determinando un possibile indebito condizionamento dell'esercizio della funzione giudiziaria oltre che dei singoli magistrati, in violazione delle imprescindibili condizioni di autonomia, indipendenza ed imparzialità”.
Non c’è solo l’attacco del governo dei pm ma anche, secondo l’organo di autogoverno della magistratura, per “l'esposizione mediatica, da parte di alcune testate giornalistiche nazionali, di fatti e atti della sfera intima e della vita privata e familiare del presidente del Collegio giudicante, non limitati ai suoi interventi pubblici e non attinenti alla questione sottesa all'ordinanza” che “adombrano un'assenza di imparzialità dell'organo giudicante priva di riscontri obiettivi e fondata su elementi personali alieni al contesto del giudizio”. Da qui la lesione dell’imparzialità del magistrato.
“Questa lettura sembra affetta da un vero e proprio strabismo, se non da un totale travisamento della realtà finalizzato ad alimentare la falsa 'narrazione' di una magistratura assediata”, dicono i laici di Forza Italia Enrico Aimi e di FdI Felice Giuffrè.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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