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«La separazione delle carriere arriverà entro l’estate ma intanto voglio dire grazie ai magistrati per aver ridotto il carico di lavoro con una formidabile accelerazione della magistratura, nelle Corti d’Appello quello civile pendente al 2019, a fronte di un target atteso del -95% da raggiungere entro dicembre 2024, al 31 ottobre 2024 è stato del 99%, sono stati ridotti gli arretrati in relazione agli impegni presi per Pnrr». È cominciata così, nell’Aula del Senato, la relazione del ministro della Giustizia Carlo Nordio sull’amministrazione della giustizia. «Si parla troppo delle polemiche mentre il lavoro di efficientamento del ministero è rimasto oscuro ma ha già prodotto risultati», assicura il Guardasigilli, che nel 2026 promette di completare gli organici della magistratura «rimasti carenti del 20% «per la prima volta». «Mai si era lavorato tanto raggiungendo tanti risultati di cui pochi sono venuti a conoscenza, questo è uno dei tanti obiettivi raggiunti che produrrà effetti estremamente benefici», è il ragionamento del ministro, che poi completa il discorso sugli arretrati: «Presso i tribunali ordinari è stata registrata una riduzione degli arretrati del -91,7%».
Poi si è passati a parlare delle carceri: «Una novità importante è la previsione di un commissario che porterà efficienza e rapidità sui problemi connessi all’edilizia penitenziaria». Secondo il ministro il nostro sistema «non è carcerocentrico» e anzi si sta lavorando sulla «giustizia riparativa» introdotta dalla riforma firmata dal predecessore di Nordio Marta Cartabia. Secondo le cifre snocciolate in aula «alla fine del 2024, il numero complessivo dei detenuti era pari a 61.861 unità, di cui 59.163 uomini e 2.698 donne». Il problema è l’alta incidenza «di persone extracomunitarie e questo dovrebbe farci riflettere su questa distonia tra cittadini extracomunitari detenuti, cittadini italiani e di altri Paesi».
Quanto all’ipotesi amnistia vagheggiata da una parte del Parlamento contro il sovraffollamento carcerario Nordio ha replicato così: «Escludo provvedimenti di amnistia, sarebbe un segnale di «debolezza dello Stato» e un «incentivo alla recidiva». Quanto al malfunzionamento della piattaforma per la gestione del processo penale telematico, il ministro ha spiegato che «la prima fase ha richiesto e richiederà un notevole sforzo finanziario e anche un notevole sforzo di immaginazione e di organizzazione», a causa delle criticità create da questa novità tecnologica che a suo dire ««saranno superate entro fine anno, quando rientreremo nei vincoli del Pnrr».
Quanto alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere e i due Csm il ministro della Giustizia ha ribadito l’intenzione delle forze politiche di maggioranza «che con unità di intenti hanno sottoscritto questo testo e lo sosterranno con la medesima determinazione nel corso di quest’anno, nel quale completeremo l’iter di approvazione alle Camere in prima e in seconda lettura entro l’estate. Siamo anche lieti che almeno una parte dell’opposizione (Azione, Renzi e +Europa), sia pure con varie motivazioni e riserve, abbia dato la sua adesione».
Le riserve dell’opposizione sono sempre le stesse: il rischio del pm supersbirro che non risponde a nessuno e che rischia di essere assoggettato alla politica. «Nel sistema attuale esso è già un super poliziotto, con l’aggravante che, però, godendo delle stesse garanzie del giudice, egli esercita un potere immenso, senza alcuna reale responsabilità - è la replica di Nordio al Senato - Oggi infatti il pm non solo dirige le indagini, ma addirittura le crea, attraverso la cosiddetta clonazione del fascicolo, svincolata da qualsiasi parametro e da qualsiasi controllo, e può sottoporre una persona a indagini che sono occulte, eterne e che, alla fine, creano disastri, anche finanziari, nell’ambito dell’amministrazione della giustizia, che sono irreparabili. Pensiamo a quante inchieste sono state intentate, si sono concluse con sentenze che dicevano il fatto non sussiste e sono costate milioni e milioni di euro in intercettazioni, in tempi, in ore di lavoro perdute e in altro», ha sottolineato il Guardasigilli.
Stesso dicasi per l’ipotesi sorteggio dei membri togati del Csm: «Non c’è nessuna lesa maestà in questa innovazione. È impossibile che vengano sorteggiate persone inette, poco intelligenti o impreparate. Proprio perché il canestro dal quale vengono estratte è formato da persone che per definizione sono preparate e intelligenti», ha dichiarato.
E in merito alle altre obiezioni dell’opposizione, Nordio è tagliente: «Sarebbe ancora mio auspicio non rappresentassero l’enfasi apocalittica di radicati pregiudizi, ma esprimessero argomentazioni di coerenza sistematica, e ragionevoli considerazioni di opportunità». Invece si assiste a critiche e polemiche frutto «dell’emotività derivante dalla rottura della consuetudine», quando sarebbe meglio passare a una «dialettica serena, una logica comprensibile, coniugata con un utile pragmatismo».
Quanto alla possibile dipendenza del pm dalla politica il ministro è netto: «Noi vogliamo che rimanga assolutamente indipendente da qualsiasi forma di controllo esecutivo, ma vorremmo anche - e questo sarà oggetto eventualmente della riforma del codice di procedura penale - che vi sia una migliore definizione quanto meno dei tempi in cui il pubblico ministero può intervenire», è l’annuncio dell’ex magistrato.
Nordio è anche intervenuto sulle tutele alle forze dell'ordine, precisando il suo pensiero: "Nessuno ha mai parlato di scudo penale, che sarebbe incostituzionale.
Abbiamo posto un problema di procedura penale perché l'istituto del registro degli indagati è fallito perché si è trasformato in una sorta di condanna anticipata e marchio di infamia che quando raggiunge forze dell'ordine e politici ha effetti dirompenti", continua il Guardasigilli, aggiungendo che si sta "cercando una soluzione che riguardi non solo le forze dell'ordine ma un po' tutti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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