Quadri e fondi esteri: il miliardo occultato dall'eredità Agnelli. La regia di John Elkann

Nelle pagine del provvedimento, l'elenco dei beni di famiglia. I due trust alle Bahamas

Quadri e fondi esteri: il miliardo occultato dall'eredità Agnelli. La regia di John Elkann
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La Tour Eiffel, di Robert Delaunay. Batman, di Andy Warhol. Cardinal Numbers, di Robert Indiana. Glacons, effet blanc, di Claude Monet. Basterebbero questi quattro quadri per capire la dimensione dei beni che i tre fratelli Elkann sono accusati di avere imboscato dall'eredità della nonna Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli. L'elenco compare nelle cento pagine dell'ordinanza di sequestro firmata dal giudice torinese Antonio Borretta ed eseguita la settimana scorsa nelle case di John Elkann, presidente di Stellantis, e dei suo fratelli Lapo e Ginevra.

Non è stato necessario, nel corso delle perquisizioni nelle case dei tre fratelli, sequestrare anche le opere d'arte. L'importo totale di 74 milioni indicato nel provvedimento di sequestro è stato raggiunto senza fatica andando a confiscare conti correnti e depositi di titoli intestati a John, Lapo e Ginevra, nonché ai loro consulenti di fiducia Gianluca Ferrero e Urs von Grueningen. I pm torinesi coordinati dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio hanno quantificato in un miliardo di euro la disponibilità occulta della famiglia, ricostruendo sia il castello di conti e trust esteri, tutti in paradisi fiscali, in cui Gianni Agnelli aveva collocato i suoi fondi esteri, sia le operazioni compiute su beni materiali, come la rivelante collezione di opere d'arte accumulata dai coniugi Agnelli nel corso della lunga vita. Oltre a quelli già citati, secondo un elenco stilato da un ex maggiordomo, vi si troverebbero opere di Picasso, Klimt, Bacon, Schiele, Monet e altri autori dai valori da capogiro. Una perizia di Sotheby's del 2020 quantifica in quasi 41 milioni euro il valore di quadri e gioielli custoditi a Villa Frescot, Skt.Moritz, Villar Perosa e nel buen retiro di Marrakech. «Nel box 253 del Punto Franco di Chiasso risultavano essere presenti altre 16 opere d'arte», scrive la Guardia di finanza. Ma di un Modigliani e di un Rodin si sono perse le tracce.

Poi ci sono i fondi esteri. Nelle cento pagine del provvedimento si ricostruiscono i due trust alle Bahamas utilizzati già dal 2004, poco dopo la morte di Agnelli, per mantenere Donna Marella. «Marella Caracciolo - si legge - era la disponente nonché prima beneficiaria economica di due trust denominati Provvidenza Settlement». Come beneficiari secondari risultano i tre fratelli Elkann (indicati come GE, JE e LE), che alla morte della nonna il 28 febbraio 2019 si vedono distribuire disponibilità occulte per 115 milioni di euro a testa. Scrive il giudice che «i trust in oggetto dovevano considerarsi meri schermi giuridici volti a sottrarre ben alla massa ereditaria della defunta». Prima ancora della morte di Marella, è John Elkann - come dimostra una mail dell'ottobre 2018 - a concordare con i fiduciari la gestione dei fondi.

Simulare la residenza della nonna in Svizzera aveva «l'evidente fine di evitare l'assoggettamento a tassazione in Italia di ingenti cespiti patrimoniali e redditi derivanti da tale disponibilità (...) le condotte risultano suscettibili di essere inquadrate negli artifici e raggiri costituenti il reato di truffa poiché attraverso di esse è stata sottratta all'imposizione dello Stato una ingente parte del patrimonio lasciato in eredità da Caracciolo Marella». Tutti i tre fratelli erano consapevoli, ma il ruolo principale viene attribuito al maggiore: «Elkann John appare allo stato l'effettivo regista ed attore primario della strategia di presidio della residenza elvetica della nonna». Mentre «Elkann Lapo Edovard e Elkann Ginevra risultano beneficiari ultimi della ingente truffa perpetrata ai danni dello Stato».

A rendere necessario il sequestro c'è il fatto che «gli indagati hanno violato le leggi previa predisposizione di una strategia capillare (..) attuata e affinata per oltre in decennio mediante la predisposizione di tutta una serie di stratagemmi ed accortezze deputate a fare apparire all'esterno una realtà diversa da quella effettiva».

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