
Un governo che mira a “controllare la magistratura” e un presidente del Consiglio che ha il solo obiettivo di “intimidire” le toghe e attaccare i giudici sul piano personale per “svilire e denigrare”. Quello che potrebbe sembrare l’inizio promettente di un nuovo romanzo distopico è invece la descrizione letterale che il presidente uscente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, consegna a La Stampa e indirizza nei confronti dell’attuale esecutivo di centrodestra.
Intervistato in riferimento all'iscrizione della premier Giorgia Meloni nel registro degli indagati per il caso Almasri, Santalucia abbandona qualsiasi freno inibitorio. Il risultato è presto detto: un mix di accuse senza precedenti, illazioni surreali e invettive personali. Il destinatario, ovviamente, è il governo che Giorgia Meloni ha l’onere e l’onore di presiedere. Riflettendo su quelli che lui stesso definisce “tempi bui”, Santalucia spiega: “Il governo mira al controllo della magistratura: il velo è caduto e ne fa le spese il procuratore capo di Roma”. Il riferimento è a Francesco Lo Voi, il procuratore che – come ha ribadito la premier nel primo video social - le ha inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione al relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Almasri. Una notifica arrivata, tra l’altro, anche al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, a quello della Giustizia Carlo Nordio e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Il presidente uscente dell’Anm continua per la sua strada. La teoria dell’atto “dovuto”, secondo la logica di Santalucia, non è da discutere.“Lo Voi ha fatto il suo mestiere, le scelte di iscrizione di una notizia di reato o della sua cestinazione sono prerogative delle Procure della Repubblica”. Quello che stupisce, continua, è “la pretesa della politica di sindacare questa scelta”. Niente da fare. Quello che si dimentica Santalucia è la discrezionalità delle Procure. Come ha ribadito Meloni, intervenendo all’evento La Ripartenza, organizzato dal giornalista Nicola Porro a Milano, questo lo dimostrano sicuramente le“numerosissime denunce di cittadini contro le istituzioni e su cui si è deciso di non procedere con l’iscrizione nel registro degli indagati, come negli anni del Covid”.
Secondo Santalucia, invece, con riferimento all'iscrizione della premier Giorgia Meloni nel registro degli indagati per il caso Almasri,"se quella notizia è anche sulla stampa estera, lo si deve alla determinazione della presidente del Consiglio di farne pubblica comunicazione.
La magistratura aveva agito in piena riservatezza". Ma l’invettiva di Santalucia va oltre: “Il messaggio è che i magistrati devono avere paura, stare allerta. E non è un richiamo alla cautela e all'avvedutezza. È un avvertimento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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