Maiali: controlli in Italia anche il manzo a rischio

Anche il manzo a rischio diossina Ritirate centinaia di tonnellate di suini importate da Dublino E l’Europa avverte: possibili contaminazioni anche per i bovini. Il ministro Zaia: "Sempre meglio la nostra carne"

Maiali: controlli in Italia 
anche il manzo a rischio

Milano - Nel caos provocato dal nuovo allarme alimentare, arrivano le prime certezze: sono 22 le partite di carne suina irlandese importate in Italia dopo il primo settembre. «E sono già state segnalate», precisa il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, che però avverte: «L’Ue ha ravvisato una possibile contaminazione di diossina anche per le carni bovine irlandesi, per questo, stiamo intensificando i controlli».

Continuano così le verifiche, sia alle frontiere sia nelle regioni. In Emilia-Romagna, ad esempio, negli ultimi tre mesi sono arrivate dall’Irlanda 255 tonnellate di carne destinata a sei stabilimenti: alcune sono state lavorate e ne è già stato disposto il ritiro dal mercato, altre invece sono ancora nelle celle frigorifere e ora poste sotto sequestro, così come altre quattro partite di carne importata in Campania.

Procedono intanto le indagini della polizia irlandese che sembra aver individuato la fonte della contaminazione in dell’olio industriale finito in una macchina utilizzata per asciugare il mangime alla «Millstream Power Recycling», una ditta della contea di Carlow che trasforma prodotti alimentari di scarto in cibo per maiali. Al momento, pare che gli allevamenti che si sono serviti di questo mangime siano in tutto 10 in Irlanda e 9 in Irlanda del Nord. Tradotto, significa un rischio potenziale per venti-venticinque Paesi e la concreta possibilità di dover abbattere 100mila animali, come ha annunciato Paddy Rogan, responsabile dei servizi veterinari irlandesi. E il quotidiano The Irish Times ha già provato a fare i conti in tasca agli allevatori irlandesi. Il risultato non è stato dei migliori. Citando le stime delle associazioni di categoria che hanno chiesto aiuto al governo, infatti, sembra che il blocco delle esportazioni costerà ai produttori di carne di maiale irlandesi circa 100 milioni di euro e il rischio di restare a casa per 6mila lavoratori del settore. Novecento dipendenti sono già stati licenziati ieri mattina.

«Massima attenzione da parte nostra – assicura il direttore della sicurezza alimentare del Welfare Silvio Borrello – ma per noi il rischio è modesto». Anche da Bruxelles arrivano rassicurazioni: «Siamo soddisfatti da quanto il governo irlandese ha deciso di fare – ha spiegato il commissario Ue per la salute Androulla Vassiliou –. Non riteniamo che, ora come ora, sia necessario ricorrere a provvedimenti supplementari». L’associazione dei consumatori Aduc, in compenso, invita gli italiani a «non mangiare carne suina, almeno fino a quando non saranno resi noti i risultati delle analisi». E i prodotti tipici delle feste natalizie? «Zamponi e cotechini – chiarisce la Martini – sono sicuri al cento per cento, perché hanno avuto un ciclo produttivo antecedente al primo settembre».

Anche la confederazione italiana agricoltori invita a evitare psicosi: «Alleviamo più di 9 milioni di maiali all’anno, siamo il secondo esportatore mondiale di suini. La nostra produzione ha uno standard qualitativo di eccellenza». E gli allarmi mucca pazza e aviaria sono già costati alla nostra agricoltura oltre 5 miliardi di euro.

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