Il maligno che è in noi: mezzo milione di italiani chiede aiuto all’esorcista

Sempre più persone incolpano il Male per problemi economici o familiari. Padre Amorth avverte: "Pochi i casi reali". Gli altri sono disturbi psichiatrici

Marta ha 22 anni. È stata sottoposta ad esorcismo perché da qualche tempo soffre di tutti i disturbi, fisici e psicologici, possibili ed immaginabili. Racconta incredibilmente di non dormire da quasi quattro anni. Impossibile per gli umani, a meno che... non ci sia lo zampino del diavolo. Le hanno detto che è piena zeppa di demoni, la loro presenza si è manifestata con vizi che sono notoriamente ispirati dal maligno: fuma e prende molti caffè. La sua è stata un’infanzia vissuta tra sanguinose liti familiari. Una contrapposizione violenta tra la famiglia materna, madre e nonna fortemente religiose, e il padre, un classico Don Giovanni per niente incline alla fede e dipinto dalle donne di casa come il diavolo fatto uomo. «La storia di Marta è il chiaro esempio di come si possa sviluppare una sindrome che è descritta in psichiatria come disturbo specifico da trance di possessione. Il soggetto è convinto di essere sotto l’influenza di uno spirito» spiega lo psichiatra e psicoterapeuta Roberto Lorenzini «in Marta, convivono in conflitto, l’anima religiosa materna e quella laica paterna. Questo genera sintomi ansiosi diffusi, la colpa viene attribuita dall’anima religiosa a quella laica, che interpreta i sintomi come segni di possessione, e da quella laica alla cattiva influenza dell’anima religiosa che la suggestiona. Due identità in contrasto che si addossano reciprocamente la colpa della sofferenza e in cui il campo di battaglia è un circolo vizioso ansiogeno aggravato dalla credenza di essere posseduti. Idea, che nel caso di Marta, è stata inoculata da figure familiari significative che hanno avuto un potere suggestivo fortissimo». Secondo l’associazione Psicologi e Psichiatri Cattolici sono mezzo milione gli italiani che ogni anno si sottopongono ad esorcismo. Eppure, il più noto tra gli esorcisti, Padre Gabriele Amorth (nel tondo), dichiara che tra i 70mila esorcismi, praticati tra il 1986 e il 2007, avrà visto si e no un centinaio di casi reali. Don Romano Rossi, Vescovo della Diocesi di Civita Castellana, qualche decina di comuni e di campanili, nei suoi 41 anni di azione pastorale dice di averne incontrato soltanto uno di demonio vero. «Nei 18 anni trascorsi a Roma ho inviato tanti parrocchiani dallo psicologo e nessuno dall’esorcista. Cresce l’uso e l’abuso di riferimenti al demonio. Le persone soffrono di un problema ricorrente. Imputano i loro guai lavorativi o matrimoniali al maligno ed invece questa relazione diretta non c’è».

Ma da quando ha fatto il suo ingresso in una diocesi di provincia il problema si presenta più spesso e come pochi altri Padri illuminati ha deciso di chiedere aiuto ad uno psichiatra per dirimere i casi più controversi. Il vescovo ha scelto Lorenzini perchè oltre ad essere didatta presso la Scuola di specializzazione in Psicoterapia Cognitiva, conosce perfettamente quelle dinamiche provinciali essendo stato direttore del DSM di Viterbo.

Sul demonio Lorenzini ha un’idea ben precisa: non esiste. «Non c’è bisogno del maligno per spiegare fenomeni psichiatrici ben conosciuti. I disturbi dissociativi hanno sempre creato grande stupore. La vecchia isteria riusciva a simulare di tutto, anche gravidanze fino al nono mese. Il Disturbo Dissociativo dell’Identità prevede la presenza di due o più distinte identità che in modo ricorrente assumono il controllo del comportamento. Le identità alternative frequentemente hanno nomi diversi e caratteristiche che contrastano con l’identità primaria. Sono e assumono il controllo in sequenza, una a scapito dell’altra, negando la conoscenza reciproca e in aperto conflitto. Il passaggio da una identità all’altra è una questione di secondi e alla transizione si accompagna ammiccamento rapido, cambiamenti facciali, della voce e del comportamento. Il numero di identità riportato varia da 2 a più di 100. Patologie descritte in psichiatria senza l’ausilio di un principio esterno e trascendente che le spieghi e che la scienza può e deve curare. Per fare diagnosi differenziale lo psichiatra Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione Psicologi e Psichiatri Cattolici, che della presenza del demoniaco è fermamente convinto, usa test psicologici che la scienza ha prodotto come strumenti per individuare caratteristiche di personalità «molto spesso chi si ritiene indemoniato soffre di disturbi deliranti o di schizofrenia, altre volte invece mi è capitato di osservare nei pazienti una sofferenza indecifrabile che non era possibile ricondurre ad una patologia precisa». Lo psichiatra cattolico è aperto al mistero. Non spegne la ricerca di senso religioso del paziente rinviandolo al sacerdote per affrontare gli aspetti spirituali del loro disturbo» spiega Cantelmi «se l’esorcista ne fa richiesta posso inviare un quadro dei disturbi del paziente ma altrimenti ciascuno conserva il suo ruolo». Don Romano invece ha chiesto la consulenza del più laico Lorenzini perché voleva un osservatore esterno non influenzabile. La sua priorità è quella di aiutare Marta, o chi come lei, deve liberarsi del disagio «la mia fede non prescinde dal demonio ma dalla credulità popolare. Ci sono persone che non hanno pace fino a che non gli dici che sono possedute. Ma io dico sempre di andarci molto piano. Aver a che fare con questi soggetti è molto difficile. Se Marta è ammalata, ha bisogno di competenza medica, di Lorenzini, e a lui voglio che vada». Il vescovo non teme la laicità dello psichiatra. Ne apprezza la riconosciuta professionalità. Ritiene che scienza e fede debbano camminare insieme.

Lorenzini ha avuto in terapia 5 «possedute» e non c’è stato bisogno di esorcismi. Ha deciso di assistere al rito perché il Vescovo e i due esorcisti sono persone intelligenti e aperte al confronto. Il loro obiettivo era comune. Nel caso si fosse svelata la malattia e non il demonio il rito non si sarebbe compiuto. Gli addetti alla fede concordano nel dire che il fenomeno malefico sia estremamente raro. Eppure alla luce di questa aumentata richiesta da parte dei fedeli sono aumentati negli anni i corsi e i siti web per aspiranti esorcisti. Dal 16 al 21 aprile presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum si terrà il settimo corso intensivo teorico pratico sull’esorcismo e la Preghiera di Liberazione. Ma in cosa consiste un esorcismo? Su www.liberacidalmale.com Padre Amorth lo definisce uno «scongiuro» è cioè un ordine impartito al demonio nel nome di Gesù di abbandonare il corpo del posseduto. Durante l’esorcismo Marta era sdraiata su un vecchio materasso e immobilizzata da 9 adulti che dichiaravano di volerla liberare dal male. Preghiere concitate di sottofondo, imprecazioni con tono di voce crescente e stentorea a cui si sono aggiunti abbondanti schizzi d’acqua santa dispensati con l’aspersorio in pieno volto e a più riprese. «Marta ha invocato Satana tre volte e si è dichiarata come il diavolo. Una semplice e modesta crisi isterica indotta da suggestione. In perfetta sincronicità con l’esorcista la giovane sputava, scalciava ed urlava. Più pensi di essere indemoniato e più ti agiti, più ti agiti e più appari indemoniato» lamenta Lorenzini. Una dinamica a spirale piuttosto negativa. Il vaticano è sempre più preoccupato perché il diavolo al giorno d’oggi naviga pure su internet e si rischia il satanismo di massa. Gli esorcisti devono combattere anche il demonio digitale. Quello che sembra altrettanto rischioso però è l’uso e l’abuso dell’esorcismo.

Non è un globulo omeopatico che «tanto male non fa» e, ad un paziente psichiatrico, può costare lo scarso equilibrio che resta. Del resto lo stesso Padre Amorth spiega che per liberare un indemoniato dalla possessione malefica servono svariati anni ed un esorcismo alla settimana… una cura che stroncherebbe un cavallo.

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