Quasi il 60 per cento della droga sequestrata negli aeroporti italiani sbarca a Malpensa. Ed è soprattutto cocaina, importata dai corrieri sudamericani e africani, spesso costretti a ingerirla sotto forma di ovuli e a nasconderla nella pancia. D’ora in avanti il narcotraffico internazionale riceverà una bella sferzata e per gli ovulatori sarà sempre più difficile varcare la frontiera italiana. Al terminal 2 dello scalo lombardo, a pochi metri dall’area di ritiro dei bagagli, è stato inaugurato il primo ambulatorio per trattare i cosiddetti swallower, termine inglese che significa ingoiatore: un’area di 250 metri quadrati, super blindata e isolata dal flusso dei viaggiatori.
«A Malpensa - tiene a sottolineare il ministro dell’Interno Roberto Maroni - non si concentra tutto il traffico di droga, ma di sicuro si fanno i controlli più accurati». E ora i blocchi diventeranno ancora più rigidi. Maroni annuncia che intende proporre il «modello Malpensa» anche ai colleghi dell’Unione europea, soprattutto a quei paesi dove fanno scalo i voli intercontinentali diretti in Italia e provenienti dal paesi in cui si produce la droga: «Malpensa e la Lombardia - spiega il ministro leghista - hanno dimostrato di essere all’avanguardia anche nel settore della sicurezza».
Il mini ospedale anti spaccio è dotato di cinque celle: i sospetti corrieri della droga saranno sottoposti a controlli sanitari in un ambulatorio attrezzato per effettuare radiografie all’addome. Espelleranno poi gli ovuli sotto controllo medico, per evitare complicanze a volte mortali. Una volta recuperata, la droga verrà sequestrata, analizzata e poi smaltita nell’inceneritore di Busto Arsizio. A presidiare l’ambulatorio ci saranno, a turno, medici e tecnici: le lastre e le analisi dei corrieri saranno inviate via mail, in tempo reale, all’ospedale di Gallarate per effettuare diagnosi e chiedere consulenze specialistiche in caso di problemi.
Grazie alla nuova struttura si eviterà di trasferire ogni volta i sospetti narcotrafficanti all’ospedale di Gallarate (Varese), dove finora sono stati accompagnati in manette e ricoverati sotto sorveglianza. «Si sono spesso create situazioni spiacevoli - spiega il direttore dell’ospedale gallaratese Armando Gozzini -: i pazienti del pronto soccorso si trovavano a fianco i corrieri ammanettati, gli agenti e i secondini che dovevano tenere sotto controllo la stanza dei trafficanti arrestati».
«Il nuovo ambulatorio ci farà risparmiare anche tempo e personale» spiega Emilio Fiora, tenente colonnello della Guardia di Finanza, che all’aeroporto di Malpensa si occupa del contrasto al traffico internazionale di stupefacenti e che nel 2010 ha già arrestato 77 persone, contro le 66 in tutto del 2009 e le 24 del 2008.
«Oltre a combattere il narcotraffico e a migliorare le condizioni di sicurezza per la vigilanza - spiega il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che finanzierà la struttura con 800mila euro - riusciamo anche a liberare una quota di posti letto dell’ospedale di Gallarate, che saranno a disposizione dei pazienti».
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