Mancini-Capello, è già guerra

Gian Piero Scevola

Inter già lanciata, Juve ferma ai box dopo la duplice sconfitta in sette giorni contro il Milan e i nerazzurri: questa la fotografia del calcio di fine agosto, a una settimana dall’inizio del campionato. Ma il derby d’Italia ha lasciato un’appendice di polemica tra Fabio Capello e Roberto Mancini, un’antipatia tra i due che dura da sempre, un salutarsi a denti stretti che la dice lunga sul bene che i due si vogliono. «Sette palle gol a due per noi», il commento di Don Fabio dopo la Supercoppa persa al Delle Alpi. «Capello vede sempre a modo suo», la risposta salace di un Mancini che mal sopporta, da sempre, le battute del tecnico di Pieris. Ma Capello non si ferma qui perché, in chiave Inter, ha qualcosa da dire anche sull’arbitro De Santis: «Dicevano che quando arbitra lui la Juve è favorita, ma nelle ultime cinque partite, con De Santis arbitro, ne abbiamo perse quattro». Un piagnisteo che Mancini aveva anticipato alla vigilia, parlando proprio dell’arbitro: «Se con lui la Juve parte 1-0, vorrà dire che saremo costretti a fare due gol».

Tra Capello e Mancini, insomma, è già guerra aperta e dichiarata. Un’antipatia che ha origini lontane, fin da quando Mancini allenava la Fiorentina; rinvigorita poi dagli anni che il Mancio ha passato all’ombra del Cupolone con don Fabio seduto sull’altra sponda del Tevere.

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