Roma - Antonio Manganelli, da numero due a numero uno della polizia. È nel segno della continuità l’avvicendamento sulla poltrona del responsabile per la sicurezza nazionale, lasciata da Gianni De Gennaro dopo sette anni. C’è l’ok del centrodestra e quello della sinistra radicale, così oggi la nomina dovrebbe essere proposta al Consiglio dei ministri delle 17,30, dal responsabile dell’Interno Giuliano Amato, che rientrerà poche ore prima da Bruxelles.
Il portavoce del governo ha smentito 4 giorni fa che ci sarebbe stata una riunione di governo «a breve» per nominare il successore di De Gennaro, ma poi la vicenda ha subìto un’accelerazione. Le consultazioni informali avviate da Amato, per assicurare l’accordo politico, si sarebbero concluse sabato sera. Stamattina ci sarebbero da fare solo «ultime verifiche», anche per concordare la nuova destinazione di De Gennaro. Che, a quanto sembra, resterà al Viminale come «superprefetto».
Alle indiscrezioni che circolano da alcuni giorni su Manganelli dà voce il Tg5 delle 13, annunciando che l’incarico sarà formalizzato oggi. Fonti ufficiose di Palazzo Chigi confermano e dall’opposizione Roberto Maroni racconta di essere stato chiamato da Amato e di aver espresso l’«apprezzamento» della Lega per la scelta. Maroni rivela anche che Amato vorrebbe conferire a De Gennaro «un importante incarico al ministero». Sembra si tratti della riorganizzazione del sistema della sicurezza, cioè del coordinamento tra le polizie italiane. L’alternativa sarebbe la gestione dei rapporti internazionali del Viminale. Si era parlato per lui di un superCesis ancora da creare, della Finmeccanica, dell’Unire, della Rai, di un ruolo all’Onu o all’Ue, ma De Gennaro sembra destinato a rimanere al Viminale.
Il centrodestra, che ha criticato il governo per il suo allontanamento, è compatto nell’appoggio al suo vice vicario Manganelli. «Abbiamo espresso un giudizio positivo», assicura il presidente azzurro del Copaco Claudio Scajola. E il capogruppo di Fi al Senato Renato Schifani, con una frase fa omaggio a chi lascia e a chi arriva: «Un ottimo poliziotto succede a un ottimo poliziotto». Anche il coordinatore della Lega Roberto Calderoli sottolinea che la nomina di Manganelli rappresenta «il segno della continuità di una polizia che in questi ultimi anni ha ottenuto risultati eclatanti». Il leader di An Gianfranco Fini sarebbe stato contattato venerdì e così i vertici dell’Udc, Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa. Tutti hanno dato il via libera.
Nel centrosinistra, il sempre critico Antonio Di Pietro si rallegra che si sia trovata presto una soluzione al caso De Gennaro, perché così si ripara al «grosso errore» fatto annunciando la sostituzione del capo della polizia senza indicare il successore. Per il leader dell’Italia dei valori così il governo ha messo in «oggettiva difficoltà» i vertici della polizia. Una critica simile a quella della Cdl, ma il Verde Angelo Bonelli sostiene che questa «nomina naturale » di Manganelli a capo della polizia dimostra come la Cdl «abbia avuto torto a parlare di delegittimazione dei vertici della pubblica sicurezza».
L’allontanamento di De Gennaro è stato vissuto come un successo da Verdi, Pdci e Rc, che chiedono una commissione parlamentare d’inchiesta sul G8 di Genova. Ma sulla scelta di Manganelli la sinistra radicale non ha avuto nulla da eccepire. Il ministro dell’Ambiente e leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio ha dato il proprio ok ad Amato.
Ma a chi parla di «continuità», nella Cdl come nell’Idv (Massimo Donadi), Giovanni Russo Spena del Prc ricorda che l’indicazione di Manganelli è in «netta discontinuità con i fatti del G8»: lui, quei giorni, era in vacanza in Puglia. Auguri a Manganelli dal pm di Palermo Antonio Ingroia, che l’ha conosciuto da questore nel capoluogo siciliano, al fianco di Falcone e Borsellino. Certo, aggiunge il magistrato, «sotto il profilo dello stile De Gennaro si meritava un modo meno brusco».Ma ora si guarda oltre e il «totonomine» si concentra sul successore di Manganelli, come vice vicario. Due sono le candidature: quella di Luciano Rosini, direttore delle specialità (stradale, ferroviaria e delle comunicazioni) della Polizia di Stato, e quella di Carlo De Stefano, direttore dell’Ucigos, ovvero dell’antiterrorismo. Il primo sarebbe favorito dall’anzianità di servizio.
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